convegno scientifico all’università

«Termovalorizzatori, un errore»

Il rettore critica la Regione. I risultati dell’uso del compost

«Purtroppo la Regione ha fatto passare l'idea che la chiave per la risoluzione del problema rifiuti fosse la costruzione di un termovalorizzatore». Nella giornata mondiale dedicata alla Terra, il rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, ha scelto di ribadire il proprio punto di vista, durante il convegno, organizzato dall’Ateneo, per illustrare i risultati di dieci anni di ricerca sul compost in Campania. «Due anni fa, quando presentai la mia candidatura a sindaco di Napoli, scelsi di dare spazio alla differenziata – ha spiegato Pasquino – l’intenzione era quella di costruire un impianto di compostaggio, prendendo esempio da Salerno. Ad oggi Napoli è indietro su questo piano, con dei progetti che non hanno ancora risolto l’emergenza».

E se da un lato la situazione resta critica, dall’altro non si può negare che qualche passo avanti sia stato fatto. «La produzione e l'utilizzo di compost risponde a due esigenze – ha chiarito la docente ordinaria di Ecologia, Anna Alfani – in primo luogo si evita che “l’umido” finisca in discarica, inoltre, si ripristina la fertilità dei suoli».

Non è un caso che nei terreni ammendati con compost il carbonio stabile e quello organico (da cui dipende la fertilità) in media siano aumentati del 48per cento, mentre la fertilizzazione minerale da sola non ha determinato incremento. «In suoli come quelli della Piana del Sele – ha poi annunciato Luigi Morra, del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – il contenuto di sostanza organica è spesso inferiore all’1,5per cento. In questi casi l’apporto di compost ha determinato, in due anni, un aumento delle capacità biologiche tale da sostenere la crescita delle piante con modeste integrazione di fertilizzanti minerali».

Tra gli esempi più significativi di utilizzo del compost rientra quello della Confederazione italiana agricoltori. La Cia, infatti, insieme al Dipartimento di chimica dell’Università di Salerno, ha portato in produzione diverse varietà di patate ed insalata, utilizzando solo fertilizzante ottenuto dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata.

«Il terreno di 1.500 metri che abbiamo usato per la semina fa parte dell’azienda agricola “Frigenti Giuseppe” di San Valentino Torio - ha detto Domenico Oliva, direttore della Cia di Salerno - il compost adoperato corrisponde ai rifiuti umidi di cinquanta famiglie».

Un esempio che non dispiace all’amministrazione comunale di salerno, come ha chiarito l’assessore all’ambiente Gerardo Calabrese: «Con l’impianto di compostaggio abbiamo attivato un percorso di filiera corta. I rifiuti, trasformati in compost, vengono utilizzati da aziende della Piana del Sele e dell’Agro nocerino. Tra i prossimi progetti rientra l’espansione dell’impianto a 40mila tonnellate di capacità». L’impianto di Salerno è stato realizzato con fondi europei. Rita Esposito

©RIPRODUZIONE RISERVATA