il caso

Termovalorizzatore, la Cassazione conferma l’assoluzione di De Luca

Rigettato il ricorso della Procura generale contro la sentenza d’Appello Dopo Barletta anche Di Lorenzo aveva rinunciato alla prescrizione

SALERNO. L’attesa dura fino a tarda sera: sono le 22.30 quando la Cassazione si pronuncia. I giudici rigettano il ricorso della Procura generale di Salerno contro l’assoluzione in Appello di Vincenzo De Luca per il processo nato dall’inchiesta sul termovalorizzatore da costruire in città. Confermata l’assoluzione con formula piena e scongiurato l’incubo di un ritorno degli effetti della legge Severino. La carica di presidente della Regione è salva. La Corte ha rigettato, pertanto, anche il ricorso contro l’assoluzione dell’ex capo staff Alberto Di Lorenzo che, preliminarmente, all’udienza di ieri aveva rinunciato alla prescrizione, e del dirigente comunale in pensione Domenico Barletta.

L’attesa del verdetto. Quello di ieri è stato un giorno infinito per le difese dei tre imputati. Ci sono volute tante ore di camera di consiglio per arrivare alla decisione. Tutto il pomeriggio e fino a tarda sera negli studi degli avvocati Paolo Carbone, che difende De Luca, Arnaldo Franco e Francesco Saverio Dambrosio sono rimesti con almeno un occhio fisso sul monitor del computer, in attesa che da un momento all’altro arrivasse la notifica, tramite posta elettronica certificata, della decisione dei giudici della corte di Cassazione. È tardi, ormai, quando arriva la notizia che mette fine al processo sul caso della nomina del project manager per la costruzione del termovalorizzatore che non si farà. L’udienza, durata fino alle prime ore del pomeriggio, si era chiusa con le conclusioni delle parti e le arringhe difensive. L’unico dato di novità, fin a quel momento emerso, era la scelta di Di Lorenzo di rinunciare alla prescrizione. Lo stesso aveva fatto in precedenza anche l’ex dirigente Barletta. La prescrizione del reato di abuso d’ufficio, quello per cui erano stati condannati in primo grado, cade tra soli tre giorni, il 17 settembre.

I rischi evitati. Quella che è stata pronunciata dagli “ermellini” è una sentenza che avrà maggiormente un valore politico. Per De Luca che incassa un’altra assoluzione. Sul piano penale il rischio che hanno corso i tre imputati, qualora fosse stato accolto il ricorso del pg, era la cancellazione della sentenza dei giudici di Appello, del 5 febbraio scorso, e il rinvio ai giudici di merito perché valutassero una condanna. Si sarebbe aperto un altro procedimento per Di Lorenzo e Barletta, che hanno rinunciato alla prescrizione, ma non per De Luca che non si è avvalso di tale scelta e sarebbe comunque uscito del processo fin dalle prime battute. Per effetto della sentenza di primo grado del tribunale di Salerno, benché non definitiva, scattarono gli effetti della legge Severino, ovvero la sospensione dalle cariche elettive. Tale impedimento provocò non poche reazioni politiche con le opposizioni in Regione che invocavano stabilità amministrativa per la Campania. Lo scoglio della sospensione è stato superato con l’assoluzione ottenuta in Appello. Ed è a questa decisione che si era appellata la Procura generale.

Le prime reazioni. «Ha trionfato la giustizia, dopo una lunga battaglia durata tanti anni abbiamo avuto definitivamente ragione – ha commentato l’avvocato Carbone – Finalmente è stata messa la parola fine a questa lunga vicenda giudiziaria: bastava leggere le tappe di questo processo per darci ragione». Ora si attenderà il deposito delle motivazioni perché si possa dire che sulla lunga vicenda giudiziaria è stata messa la parola “fine”.

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