processo
Termovalorizzatore, demolito il reato linguistico
Nella requisitoria del procuratore generale sparisce il “reato linguistico” coniato da De Luca
SALERNO. Non c’è nulla, nella requisitoria del procuratore generale, di quel “reato linguistico” coniato da De Luca e ripetuto come un mantra in interviste e interventi televisivi. Nell’ interpretazione del governatore l’unica colpa sarebbe quella di aver sostituito alla parola “coordinatore” la figura del project manager; per il pg invece «la terminologia non siginifica niente» e «il nocciolo duro della illegittimità è nella mancata motivazione del provvedimento».
Quella di project manager, ha spiegato, «non è una vera e propria funzione ma una metodologia, un modello di operare fatto di analisi del problema, ricerca delle soluzioni, cronoprogramma degli interventi». Sulla nomina di Alberto Di Lorenzo il vulnus è rinvenuto tra l’altro in una mera duplicazione delle funzioni già svolte dal responsabile del procedimento e in una presunta carenza di competenze specifiche. «Aveva specializzazioni ben diverse da quelle che dovevano essere richieste per l’assunzione di quel ruolo apicale – sostiene il pg Antonella Giannelli – Si dà atto del suo grande impegno nel lavoro, ma se per anni si è occupato soprattutto di manutenzione e similari come mai viene scelto per un ruolo apicale in un’opera così importante come il termovalorizzatore?».