il patteggiamento

Tentata estorsione, patteggia due anni

Ha patteggiato 2 anni e 2 mesi di reclusione col pagamento di 600 euro di multa, il nocerino Francesco Sarno, ventinovenne, accusato di tentata estorsione e ricettazione per il “cavallo di ritorno”...

Ha patteggiato 2 anni e 2 mesi di reclusione col pagamento di 600 euro di multa, il nocerino Francesco Sarno, ventinovenne, accusato di tentata estorsione e ricettazione per il “cavallo di ritorno” di un telefonino cellulare. Così il giudice del tribunale nocerino ha accolto la richiesta di pena concordata presentata dalla difesa dell’indagato, col consenso del pubblico ministero.

L’episodio in questione accade nell’aprile del 2014. La vittima del furto, secondo le ricostruzioni dei carabinieri intervenuti, era seduto vicino all’imputato su una panchina accanto al Garden Bar, e quando si alzò si rese conto di non avere più con sé il telefono. Pensando di averlo perso, chiese al barista se qualcuno avesse visto il telefonino, e lasciò anche un numero di telefono per eventuali segnalazioni. Una chiamata arrivò poco dopo, da parte del padre dell’imputato che, spiegando di aver rinvenuto il cellulare, chiese in cambio della restituzione 50 euro, concretizzando così il reato di tentata estorsione ai danni del proprietario del telefono.

Le manette scattarono per entrambi: Francesco Sarno e il padre, la cui posizione fu successivamente stralciata dal procedimento perché deceduto, caddero nella trappola organizzata dai carabinieri di Torre Annunziata. Furono infatti i militari ad accogliere la coppia che si apprestava a farsi consegnare il denaro per restituire il telefono al legittimo proprietario. Nel frattempo quest’ultimo aveva denunciato tutto, stranezze comprese. Com’era possibile che proprio il padre della persona che era con lui avesse telefonato per segnalare il ritrovamento, con la richiesta di denaro? Tutto fu chiaro al momento dell’appuntamento, con la sorpresa per la vittima e per i due accusati.

Alfonso T. Guerritore

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