Tenta di uccidersi al Ruggi «Non ho più casa e lavoro»

Il 64enne aveva già minacciato il suicidio dopo l’abbattimento dell’abitazione E a Giovi un ingegnere è stato salvato mentre stava per lanciarsi in un dirupo

Ha tentato di lanciarsi da un balcone del quinto piano della Torre cardiologica del “Ruggi”. È salvato dai vigili del fuoco e dal commissario Nicola Cantone, che lo hanno convinto a spostarsi di lì per poi raggiungere il drappello della polizia dell’ospedale. Gerardo Lanzillo, 64enne che attualmente vive a Baronissi ospite di un parente, è disperato perché senza lavoro e senza una casa tutta sua. Per questo ieri voleva farla finita. Non è la prima volta che tenta di commettere gesti estremi. La prima occasione si presentò quando abitava a Salerno (di fronte al Villaggio del Sole) e nel 2012 la sua casa fu rasa al suolo dal Comune per i lavori del pip nautico. Prima che fosse abbattuta, Lanzillo salì sul tetto, si cosparse il corpo di benzina e con un accendino minacciò di darsi fuoco. Era il suo modo di chiedere aiuto, di chiedere al Comune un sostegno economic: «Sono stato artigiano – ha spiegato – ma guadagnavo poco per pagare i contributi e garantirmi la pensione». In quell’abitazione che si affacciava di fronte al mare, a due passi dal confine con Pontecagnano, Lanzillo diceva di riuscire a svolgere qualche lavoretto, mentre ora si sente perso. Porta sempre con sé alcuni documenti della sua vecchia casa e pure ieri il stringeva in mano.

«Il Comune di Salerno, dopo vent’anni d’insistenza, alla fine ha distrutto tutto, abitazione e terreno – ha spiegato ieri ai poliziotti – Ora vado a cercare l’elemosina nei supermercati. Vado in giro come un cane randagio e non riesco più a trovare l’equilibrio che avevo prima».

Quello della casa abbattuta è il suo chiodo fisso, la molla che già in passato gli ha fatto compiere altri gesti inconsulti, come quello di ieri, fermati all’ultimo momento. Sua madre, che è stata ricoverata al “Ruggi”, ieri è stata dimessa e per questo il 64enne si trovava lì. Si è sporto fuori mettendosi a cavalcioni sulla ringhiera, con una gamba nel vuoto, iniziando a urlare e attirando l’attenzione di tutti. Ci sono stati forti momenti di tensione, svaniti solo quando tutto è rientrato.

Pure un ingegnere di 46 anni è stato salvato ieri mattina da un tentativo di suicidio, a Giovi Montena. Aveva lasciato in macchina un biglietto nel quale diceva di volerla fare finita e i familiari, preoccupati, hanno subito allertato la polizia e i vigili del fuoco. È stato ritrovato sul bordo di un dirupo, in stato di choc, e non ha risposto a chi gli chiedeva cosa fosse accaduto e perché avesse programmato di uccidersi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA