Tenta di sgozzare il compagno di cella Paura in carcere

Sarebbe bastato pochissimo, uno o due centimetri, perché la sera della vigilia di Natale si trasformasse nel carcere di Salerno in una notte di tragedia. Sarebbe bastato che il pezzo di vetro...

Sarebbe bastato pochissimo, uno o due centimetri, perché la sera della vigilia di Natale si trasformasse nel carcere di Salerno in una notte di tragedia. Sarebbe bastato che il pezzo di vetro brandito dal detenuto napoletano A.R., residuo di una bottiglia di spumante con cui si voleva festeggiare la mezzanotte, avesse reciso – invece di sfiorarla – la carotide del compagno di cella A.A., originario del Salernitano, costretto a subire un delicato intervento chirurgico salvavita. Un episodio che ha riproposto il problema della sicurezza nelle carceri e fa gridare allo scandalo UilPa e Sappe (sindacato autonomo della polizia penitenziaria) che si chiedono come sia possibile consentire ai detenuti il possesso di materiale in vetro che può divenire con facilità un’arma impropria. «Lo ripetiamo da tempo che così non va – sbotta Emilio Fattorello, segretario nazionale Sappe responsabile per la Campania – Se allo stadio il vetro va lasciato fuori, c’è da chiedersi come sia possibile consentirne l’ingresso in cella. Da quanto sappiamo quella bottiglietta di prosecco era stata acquistata regolarmente all’interno del carcere, un’eccezione per la notte di Natale che però poteva provocare una tragedia». E Lorenzo Longobardi, coordinatore provinciale della UilPa penitenziari, incalza: «Ora ci auguriamo che si cambi rotta, è evidente che se la bottiglia fosse stata di plastica tutto questo non sarebbe accaduto. Si è scongiurata la tragedia grazie all’operatività dei poliziotti in servizio, ma non si possono correre questi rischi».

Sull’episodio la direzione del carcere ha avviato un’indagine interna che proseguirà nella prossima settimana, mentre in Procura è stato aperto a carico di A.R. un fascicolo per tentato omicidio. Secondo una prima ricostruzione della vicenda pare che tra i due non vi fossero screzi pregressi, e che il litigio sia sorto per ragioni banali dopo il rientro, alle 21.30, dal momento di socialità previsto dal regime penitenziario. È bastato un attimo perché il detenuto arrivato da Napoli rompesse la bottiglia e colpisse A.A. alla gola con un coccio. L’allarme è scattato subito, il ferito è stato trasportato in ambulanza al Pronto soccorso e da lì trasferito d’urgenza in sala operatoria. «Purtroppo la situazione in carcere è sempre più critica – segnala Fattorello – Da anni denunciamo che a Salerno non c’è più il reparto di isolamento, dove si scontano eventuali sanzioni disciplinari. È un deterrente, ma qui sono in corso lavori di ristrutturazione di cui si sono perse le tracce». Poi ci sono i problemi di carenza di organico: «Le continue richieste di trasferimento di personale non hanno sortito ancora alcun effetto – sottolinea Longobardi – Auspichiamo che adesso qualcosa si muova». (c.d.m.)

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