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Tentò truffa telefonica a una donna, va a processo

PAGANI. «Pronto? Mamma, ho avuto un incidente. Aiutami. Mi servono dei soldi per le spese». Così il napoletano Luigi Rende, atteso dal processo, si rivolgeva a una sessantottenne paganese vittima...

PAGANI. «Pronto? Mamma, ho avuto un incidente. Aiutami. Mi servono dei soldi per le spese». Così il napoletano Luigi Rende, atteso dal processo, si rivolgeva a una sessantottenne paganese vittima della sua semplice truffa telefonica, chiedendo denaro per spese legali legate ad un misterioso incidente. Per quanto assurdo, il capo d’accusa con relativo processo racconta di un modus diffuso e tuttora in voga tra i criminali di strada del territorio, lesti ad approfittare di malcapitate vittime giocando sui legami e sull’urgenza. Con una buona telefonata, recitata con fervore e pathos, tra il lacrimevole e il disperato, tutto diventa semplice.
Il passaggio successivo, come accaduto in questo caso, è la visita direttamente a casa della signora, fingendosi un assistente del legale del figlio, mandato a riscuotere denaro «500 euro per evitare problemi più gravi, data la delicatezza della situazione. Suo figlio è rimasto sul posto ma non è grave, stia tranquilla». Il raggiro a quel punto è praticamente concluso nella maggior parte dei casi, salvo un moto di dubbio, qualcosa che per caso riesce a insinuarsi nella mente della vittima fino a farla desistere dal gesto automatico della consegna dei soldi.
I fatti oggetto di questo processo sono avvenuti recentemente, l’8 marzo 2018, con il “pacco” sventato solo dal timore della donna, la quale poco prima di concordare l’appuntamento aveva allertato gli uomini della tenenza dei carabinieri. Il fatto per lei era strano, così come era apparsa strana la chiamata e il tono di voce del figlio, in fondo diverso dal solito, certamente non abituale. Anche con una persona distratta dall’ansia e facile da ingannare, qualcosa può far saltare il progetto che è molto diffuso per realizzare immediati guadagni cash con pochissimo sforzo e con pochi rischi. La donna aveva pronti i 500 euro, ma era comunque perplessa al punto da chiamare le forze dell’ordine raccontando della telefonata. I militari, giunti sul posto accolsero così il malfattore direttamente, riconoscendolo ad un primo controllo dei documenti come un criminale dai precedenti penali specifici, avvezzo alle truffe e stavolta sorpreso con le mani nel sacco. Per lui è ora il momento del processo, atteso davanti al giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore, Anna Allegro, dopo il decreto di citazione diretta a giudizio disposto dal pm, Angelo Rubano.
Alfonso T. Guerritore
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