IL CASO

Tentò il suicidio, rischiano il processo l’ex socio e un legale 

Chiesto il rinvio a giudizio per circonvenzione d’incapace

Era disperato il 52enne A.C. quando, nell’aprile del 2015, tentò di uccidersi con una coltellata nell’addome sull’arenile di lungomare Colombo. Ma a quella disperazione era arrivato forse per responsabilità di qualcuno, che approfittando di una situazione psicofisica di debolezza lo aveva ridotto sul lastrico. Così sostiene la sua famiglia, e adesso, dopo tre richieste di archiviazione respinte e un’imputazione coatta firmata dal gip Maria Zambrano, la Procura ha chiesto per due persone il rinvio a giudizio con l’accusa di circonvenzione d’incapace. Imputati sono l’ex socio E.M., che gestiva con il 52enne un’impresa di derattizzazioni e disinfestazioni, e l’avvocato A.S., che lo avrebbe aiutato nel aggiro.
All’origine della vicenda ci sarebbe una cartella esattoriale di 400mila euro recapitata all’azienda. E.M. avrebbe proposto al socio di saldare il debito con l’erario vendendo le rispettive case, ma ad essere venduta fu solo l’abitazione di A.C., a un prezzo di 290mila euro che è stato ritenuto di molto inferiore al valore di mercato, calcolato in 400mila euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA