Tentò di uccidere la moglie, condannato a 15 anni di reclusione

La salernitana Matilde Ardia riportò grave ustioni All’uomo il giudice ha tolto pure la patria potestà

TREVISO. Andrea Loro è stato condannato a 15 anni di reclusione, con rito abbreviato, per il tentato omicidio della moglie, la salernitana Matilde Ardia. Una sentenza pesante, quella emessa ieri pomeriggio dal giudice Umberto Donà, che ha accolto pienamente le tesi della Procura, rappresentata dal pubblico ministero Valeria Sanzari, e della parte civile, l’avvocato Stefania Bertoldi: per il tribunale di Treviso, l’impiegato trentatreenne, nel febbraio scorso, aveva infatti premeditato l’omicidio della moglie, che si è invece salvata per miracolo dalle fiamme.

A differenza di quanto chiesto dalla difesa del’imputato, rappresentata dagli avvocati Paolo De Girolami e Lorenza Secoli, il giudice dell’udienza preliminare ha riconosciuto tutte le aggravanti contestate all’uomo, compresa dunque la premeditazione, sposando in pieno l’impianto accusatorio del pm, che aveva chiesto una condanna a 16 anni e 8 mesi, nonostante lo sconto di un terzo della pena.

Il giudice, che ha inoltre disposto il sequestro conservativo dei beni di Loro per un valore di 100.000 euro e il pagamento di una provvisionale di 80.000 euro, ha inoltre sospeso per tutta la durata della pena la patria potestà di Loro, di fatto anticipando l’udienza civile per la revoca di fronte al tribunale dei minori (a cui si affianca anche la causa civile per la separazione).

Stando alle contestazioni del sostituto procuratore Valeria Sanzari, titolare delle indagini, Loro quella sera ha atteso la moglie a casa, nascosto in garage: appena entrata con l’auto, lui l’ha afferrata per il collo facendole perdere i sensi, si è messo al posto di guida, rifacendo il percorso seguito dalla compagna per rientrare dalla cena aziendale, andandosi a schiantare volutamente contro un albero. L’uomo ha poi dato fuoco alla vettura scappando infine a casa, a Loria.

La donna, risvegliata dal calore delle fiamme, riuscì invece a scappare fuori dalla vettura e a salvarsi miracolosamente: ha dovuto trascorrere un mese nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale di Padova per curare le ferite riportate. Per gli inquirenti non ci sono mai stati dubbi su quanto accaduto quella notte: Loro ha cercato di ammazzare la moglie con un piano ben studiato (e per questo gli è statacontestata anche l’aggravante della premeditazione). Il movente sarebbe stato poi da ricercarenella crisi che la coppia stava attraversando ormai da tempo, tanto che lui era tornato a vivere dai genitori per una settimana.

I due, nei mesi scorsi, si sono anche separati: la donna, assistita dagli avvocati Bertoldi e Aurelia Palmeri (per quella civile), ha ottenuto l’affido dei figli. Non era ancora mai arrivata alcuna proposta di risarcimento da parte del marito che, all’indomani dell’incarcerazione, le aveva spedito una lettera di scuse per quanto accaduto. La verità su quella notte del 17 febbraio è stata dunque ricostruita ieri in aula, davanti al giudice Donà. La difesa non ha sottoposto la richiesta di abbreviato e ha provato a negare che Andrea Loro quella notte volesse uccidere la moglie. Per il gup però non ci sono dubbi ed è arrivata la condanna a 15 anni di reclusione per il trentatrenne.

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