Nocera Inferiore

Tentò di strangolare la ex compagna. Scatta la condanna 

In un attimo di follia l’aggredì con un filo elettrico. L’uomo dovrà scontare quasi cinque anni di reclusione 

NOCERA INFERIORE. È stato condannato alla pena di quattro anni e otto mesi di reclusione Eugenio Di Nicola, 57enne accusato di aver tentato di uccidere la ex compagna con un filo elettrico. La decisione è arrivata nel primo pomeriggio di ieri dopo la camera di consiglio, col Gup Luigi Levita a rimpinguare l’iniziale richiesta di pena da parte del pm Amedeo Sessa, ferma a due anni e sei mesi “per la sola volontà di ledere e non di uccidere”.
L’episodio risaliva alla scorsa primavera, a fine marzo, quando l’uomo tentò di strangolare la donna adoperando un filo elettrico come arma impropria, dopo averla colpita a suon di calci e pugni in mezzo ad un cortile residenziale. Di Nicola fu fermato e arrestato poco dopo i fatti con l’intervento della squadra anticrimine della Polizia di Stato del commissariato di Nocera Inferiore, successivamente raggiunto dal decreto di giudizio immediato, disposto su richiesta della Procura nocerina dal Gip. Le accuse contro Di Nicola erano state formulate sulla base di elementi di prova concordanti raccolti dagli uomini della polizia di Nocera Inferiore, partendo da testimonianze dirette e dalla denuncia della vittima, confermata in pieno dal referto ospedaliero. L’episodio incriminato avvenne con una violenta aggressione, culminata nel tentativo effettuato col filo: secondo le risultanze il tentativo fallì per l’intervento di un passante, un vicino che accorse durante la violenta colluttazione consumata in via Gramsci, in un cortile, dove si svolsero i fatti oggetto dell’indagine. La vittima chiamò i soccorsi e finì al pronto intervento dell’ospedale Umberto I, dove successivamente denunciò l’accaduto, spiegando i dettagli dell’uso del filo. L’arma adoperata fu rinvenuta su diretta indicazione dell’indagato, il quale fu individuato poco dopo la denuncia nel mezzo delle ricerche. Secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti per la ricostruzione di precedenti e contesto, l’uomo aveva più volte manifestato alla ex il proposito di ucciderla, con altri episodi violenti e intimidazioni. L’indagato fu rintracciato e arrestato da una pattuglia della polizia, che lo sorprese bloccando il tentativo di fuga alla vista della vettura di servizio.
«Ho fatto una stupidaggine», disse agli agenti spiegandosi alla buona, per poi difendersi davanti al giudice, difeso di fiducia dall’avvocato Valerio De Nicola, dopo l’esecuzione del fermo e il carcere.
Lui stesso ricostruì l’iter che lo aveva esasperato, con motivi legati a dissapori personali e consumazione del rapporto, confessando in prima battuta dov’era stato gettato il filo elettrico, sequestrato agli atti del procedimento. Secondo le ulteriori ricostruzioni investigative svolte dalla polizia sul movente del gesto, tra i due c’erano stati alterchi.

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