Tenne in ostaggio un uomo, rischia il processo 

Impose alla vittima di accompagnarlo a casa in auto e provò anche ad estorcergli del denaro

È stato individuato e sottoposto ad inchiesta l’angrese Michele P., 25 anni, accusato di tentata rapina con un irrituale e pericoloso sequestro di persona, conclusosi a Pagani e fallito solo per circostanze indipendenti dalla sua volontà: l’uomo, la cui identità è stata ricostruita a partire dai video delle telecamere di sorveglianza confrontate con le dichiarazioni della persona offesa, con la descrizione delle fattezze fisiche e del serrato dialogo di minaccia svoltosi in pochi minuti, rischia il processo, raggiunto dalla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore Gaetana Amoruso.
Il 14 dicembre del 2017, di notte, lungo via Nazionale ad Angri, la vittima parcheggiò la sua autovettura nei pressi del portone d’ingresso per rincasare, quando venne affrontato con uno stratagemma da un uomo. «Uno sconosciuto con cappello e scaldacollo, a viso scoperto - ha raccontato la vittima - mi si avvicinò chiedendomi un passaggio fino al mercato ortofrutticolo di Sant’Egidio. Io risposi di no, più volte, ma lui insistette e di colpo si posizionò direttamente nell’abitacolo della mia auto, sul sedile passeggero. A quel punto decisi di assecondarlo, la distanza era poca. Ma arrivati a destinazione mi disse di continuare, perché casa sua era poco più avanti. Infine, arrivati a Pagani, mi chiese di svoltare e ci ritrovammo in una strada senza uscita, con palazzine popolari su entrambi i lati. Dopo dieci minuti mi fermai, perché il tizio mi disse che eravamo arrivati a casa sua. Qui, prima di scendere, mi minacciò, che voleva dei soldi o non tornavo a casa».
L’indagato chiese 50 euro, con tono perentorio, ma la vittima aveva in tasca solo 10 euro. «Glieli diedi, ma lui non la prese bene. “Ma che ti pensi che sono scemo, che me ne faccio di questi soldi? Dammi i soldi e non ti succede nulla. Non scendo fin quando non mi dai i soldi, se vuoi tornare a casa dammi i soldi”».
A quel punto l’aggressore fece intendere di avere con sé una pistola, un’arma custodita nel giubbino. «Ora ti faccio vedere, ora andiamo ad uno sportello, prelevi e mi dai i soldi». Il viaggio notturno, sotto minaccia, con la paura di conseguenze gravi, arrivò così fino alla Statale 18. «L’uomo teneva sempre la mano nel giubbino, io proseguivo per la Statale. Ad un certo punto vidi l’auto di un istituto di vigilanza ferma, con la guardia giurata che era scesa nei pressi di una farmacia. L’auto era con lo sportello aperto, così di colpo mi fermai, volevo chiedere aiuto e sorprendere il mio aguzzino».
Quando la vittima tenuta sotto tiro fermò la marcia, però, l’attuale imputato scese dalla vettura iniziando a correre a perdifiato verso via Corallo, sempre nel tratto paganese della Statale. La descrizione successiva dell’uomo, con i video raccolti, costituisce la base dell’indagine e dell’attuale richiesta di processo per il presunto rapinatore.
Alfonso T. Guerritore
©RIPRODUZIONE RISERVATA