Telefonini e tablet comprati nei negozi con documenti falsi

Cinque persone sono finite agli arresti domiciliari Imbroglio ai danni della Tim per quattro milioni di euro

Cinque persone sono finite in manette nell’operazione che ha ricostruito un sistema di truffe ai danni della Tim, con un’operazione dei carabinieri di Nocera Inferiore eseguita tra Napoli e Salerno. All’alba di ieri i militari del Reparto Territoriale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari contro cinque persone del Napoletano, ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione, falsità materiale, sostituzione di persona e indebito utilizzo di carte di credito contraffatte. Le misure riguardano i napoletani Ernesto Arena, trentatrenne, Giuseppe Damiano, 62enne, Gennaro De Filippo, 34enne, Salvatore Vitone, 42enne e Vincenzo Santoriello, 27enne di Salerno. Il blitz ordinato dalla procura dopo l’accoglimento del gip di Nocera rappresenta il prosieguo di una precedente inchiesta denominata “Fake green money”, che dal 2011 ricostruì un gruppo criminale specializzato nello spaccio di denaro falso.

In questo caso la responsabilità illecita riguarda alcuni dei soggetti già coinvolti allora, impegnati in un raggiro ai danni della Tim, attraverso utilizzo illecito di carte di credito e documenti di identità contraffatti, utilizzati per comprare smartphone e tablet Tim in vari esercizi commerciali nelle province di Napoli, Salerno, Caserta, Benevento, Roma, Frosinone e Rimini. Agli anticipi con sistema di pagamento a rate non seguivano i naturali prelievi dai conti bancari, perché la banda usava carte di credito scadute attivate con i dati di carte prepagate, senza avere la materiale disponibilità di denaro.

Gli acquisti dei prodotti di telefonia contestati al quintetto costituiscono un bottino complessivo di circa 4 milioni di euro con iPhone e iPad acquistati e materialmente portati a casa con il versamento dell’anticipo, per poi sparire sul mercato nero.

La fase di acquisto dei prodotti è avvenuta in negozi di Napoli, Caserta e Salerno, fuori dal territorio dell’Agro nocerino, dove gli indagati avevano già “lavorato” con la spendita di soldi falsi. I loro volti erano conosciuti nella piazza dove il rischio di muoversi nei negozi era troppo alto.

Complessivamente sono stati iscritti nel registro degli indagati venti soggetti, comprensivi dei cinque finiti agli arresti domiciliari. L’attività inquirente “Fake Money”, punto di origine dell’attuale indagine, nacque a Nocera Superiore da una segnalazione anonima alle forze dell’ordine che riferiva di denaro falso.

Una banconota singola, divenuta guida lungo riscontri, pedinamenti e intercettazioni, per due diverse operazioni dei carabinieri, svolte e chiuse col coordinamento della procura della Repubblica di Nocera.

(a. t. g.)

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