Tavolo per l’ospedale Viggiani gela tutti «Atto già presentato»

Al Comune il direttore dell’Azienda ospedaliera “Ruggi” «Il documento in Regione, cambi solo dopo l’approvazione»

I giochi sono fatti. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Ruggi d’Aragona”, Vincenzo Viggiani, ha già presentato in Regione l’atto aziendale del quale tanto si discusse nel consiglio comunale di Cava de’ Tirreni circa due mesi fa, con un’intesa tra maggioranza e opposizione per chiedere un vertice proprio con Viggiani. Vertice che è appunto avvenuto ieri mattina a Palazzo di Città, tra il direttore del “Ruggi”, il sindaco, Marco Galdi e i capigruppo. Lo scopo dell’incontro era quello di sottoporre al numero uno dell’azienda ospedaliera salernitana, una serie di perplessità che i politici cavesi nutrono sulla nuova bozza dell’atto aziendale. In consiglio la richiesta era stata avanzata dal consigliere di Rifondazione Comunista, Michele Mazzeo.

Viggiani ha respinto le accuse di aver recepito le istanze di medici e primarie e non quelle dei cittadini. «Io sono un tecnico - ha sostenuto il direttore generale del “Ruggi” - e non un politico”. Viggiani, comunque, pur avendo già presentato l’atto aziendale, si è detto disposto a chiedere degli accorgimenti in base alla richieste che sono state avanzate, ma solo l’approvazione.

L’annuncio dell’avvenuta presentazione dell’atto in Regione, ha naturalmente affievolito le speranze di chi credeva ancora di poter ottenere per l’ospedale di Cava de’ Tirreni quei servizi indispensabili che il nuovo atto ha invece ridimensionato. «Ho apprezzato l’interessamento del direttore generale - ha affermato il consigliere del gruppo del Pd, Vincenzo Servalli - ma la mia sensazione è che i giochi siano fatti. Confidiamo solo nella possibilità di accorgimenti futuri».

Non tutti, però, si sono dati per vinti. Ad incalzare e a dichiarare battaglia è stato ancora Mazzeo. «Per avere un ospedale vero - ha affermato l’esponente di Rifondazione - serve le unità coronariche, traumatologiche e cardiologiche. Non avere o perdere questi reparti, per prevedere dermatologia e chirurgia plastica ricostruttiva, che sono reparti di “elezione”, non lo si può accettare. Sono convinto che quello che si perde, lo si perde definitivamente. La battaglia la faremo per rendere questo ospedale funzionale. L’ospedale deve funzionare come un organismo che salvi la vita dei cittadini».

Il nuovo atto aziendale, prevede un polo di accoglienza per la partoriente e per l’evento nascita, oltre a conservare tutta la rete dell’emergenza con 97 posti letto. È poi previsto un punto di primo intervento a gestione ospedaliera con presa in carico del paziente, la rianimazione con 4 posti letto, la chirurgia generale (8 posti), la senologia (6 posti), l’endocrinochirurgia, la chirurgia plastica ricostruttiva (15 posti), la radiologia generale, il laboratorio analisi, l’ostetricia e la ginecologia chirurgica (16 posti letto), la pediatria (9 posti letto e 10 culle), la medicina generale (20 posti letto) e con annesso modulo di cardiologia e guardia giorno e notte, la dermatologia (9 posti letto), l’ambulatorio di ortopedia con turni sulle dodici ore.

Annalaura Ferrara

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