Sala Consilina

Tassi usurai della banca, chiesto il rinvio a giudizio di Profumo

La denuncia è partita da un imprenditore. Nei guai anche Raffaele Picella ex presidente della Banca della Campania

SALA CONSILINA. Alessandro Profumo, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e Raffaele Picella, ex presidente della Banca della Campania, prima della fusione con BPER rischiano il rinvio a giudizio per il reato di usura bancaria aggravata dal gup del Tribunale di Lagonegro.

La vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2014 con la denuncia fatta da un imprenditore di Sala Consilina attraverso l'avvocato Carlo Scorza del Foro di Salerno. Nella denuncia veniva evidenziata l'applicazione da parte dell'istituto bancario di tassi usurai ai danni dell'imprenditore. Le indagini condotte dal sostituto procuratore Rossella Maria Colella hanno appurato che l'intero rapporto bancario, tra l'imprenditore di Sala Consilina e le due banche sono stati portati avanti con tassi usurai che hanno raggiunto picchi del 190 % per quanto riguarda gli interessi. "Siamo estremamente soddisfatti - ha dichiarato l'avvocato Scorza -  La perizia di parte che ho fatto fare per conto del mio cliente è stata confermata da quella disposta dal pubblico ministero e sono emersi tassi che variano tra il 28 ed il 190 %. In pratica in tutti i trimestri presi in esame è emersa l'applicazione di tassi fuorilegge. I trimestri presi in esame sono 25 a partire dal 2001 fino al 2013 ed il valore dei tassi va da un minimo dello 0,18 % fino ad un massimo del 190,73 %".

In base a quanto riportato nella richiesta di rinvio a giudizio l'imprenditore ha pagato complessivamente interessi usurari per un importo complessivo superiore ai 150mila euro. I rapporti presi in esame sono diversi ed in tutti i casi venivano applicati interessi di gran lunga superiori al tasso soglia previsto dalla legge 108 del 1996 e determinato periodicamente dalla Banca d'Italia. Nel caso di un conto corrente bancario, acceso nel 2006, il Monte dei Paschi ha applicato nell'arco di 7 anni, ossia fino al 31 dicembre del 2013 dei tassi che hanno raggiunto il 108 % ed in conseguenza di ciò la società dell'imprenditore titolare del conto corrente ha dovuto pagare interessi usurari per un importo pari ad oltre 47mila euro. Lo stesso trattamento è stato riservato ad un conto anticipi dove in questo caso, tra il 2008 ed il 2013 sono stati applicati tassi usurari che hanno raggiunto il 18 % e che hanno comportato il pagamento di interessi per 13mila euro circa.

A marzo si terrà la prima udienza, il reato contestato prevede una pena che va da un minimo di 2 ad un massimo di 10 anni di reclusione ed una multa che va da un minimo di 5mila ad un massimo di 30mila Euro. Nel caso di Profumo e Picella è previsto un aumento della pena da un minimo di un terzo ad un massimo della metà perchè il presunto reato è stato commesso nell'esercizio dell'attività bancaria ed ai danni di chi svolge una attività imprenditoriale.