«Tasse per 500mila euro e zero servizi» 

Gli ambulanti di Sant’Anna: paghiamo anche se piove e non si lavora, il mercato coperto lo promettono a ogni elezione

«O lottiamo o siamo destinati a scomparire». È la voce d’una donna che ogni giorno, di buon mattino, sale a bordo di un furgone con la sua famigliola e nell’area mercatale dello stadio “Sant’Anna” allestisce una bancarella. Ce ne sono più di cento: quando il sole è ancora basso, i venditori ambulanti mettono su quel che resta dello storico mercatino cittadino. Ogni anno, nelle casse comunali, i commercianti del “Sant’Anna” lasciano circa 500mila euro: tasse sui rifiuti e oboli per i posteggi, che si pagano pure quando la pioggia costringe tutti a tornare a casa. Al “Pastena”, per la fiera del giovedì, si paga ancor di più, ma nelle ultime dieci occasioni il maltempo ha impedito il commercio per sei volte. Alle 10 dell’ultimo mercoledì natalizio sono pochissimi i clienti. Il martedì il mercato non s’è svolto per la pioggia, ma gli ambulanti devono ugualmente corrispondere la quota per il posteggio negato dal maltempo.
Pasquale Della Penna, che lavora qui dal ’77, sorride amaramente quando si parla del mercato coperto: «Lo promettono ad ogni elezione, ma non lo hanno mai realizzato…». Accanto a lui c’è Anna Prisco: si autodefinisce scherzosamente la “sobillatrice” e dice che «per i diritti bisogna fare battaglia quotidiana». D’altronde «qui non funziona niente»: lo sentenzia senza giri di parole Lucio Illegittimo. Racconta delle corse per prendersi il posto «ad occhio, perché le strisce sono sparite». Poca la sicurezza: «Si verificano scippi di continuo», denuncia Illegittimo. Salvatore Cobucci, ambulante dall’83, dice: «Paghiamo tutto, ma non siamo tutelati in nulla».
Ernesto e Vincenzo Trasi sollevano il problema dei parcheggi: «Qui non ce ne sono, e al “Pastena” un parcheggio vale una multa…».
Tutti gli ambulanti descrivono un natale economicamente nero, con guadagni che s’assottigliano anno dopo anno. Le richieste dei mercanti hanno la forma d’un tetto di copertura, di bagni pubblici idonei, perché quelli del “Sant’Anna” sono da terzo mondo, d’una delimitazione degli spazi, di cassonetti, d’una pulizia delle maleodoranti caditoie e d’un aggiornamento del vecchio regolamento del 2005, che impone di pagare pure quando il mercato non si fa. E il dito è puntato contro le orecchie da mercante di Palazzo di Città: «Abbiamo perso 3 mesi e partecipato a 4 incontri con l’amministrazione solo per sentirci dire che dobbiamo pagare?», si chiede Marco Merola, giovane coltivatore diretto che al mercato vende i suoi prodotti.
Eppure le proposte ci sono. Nico Rio, portavoce del comitato spontaneo “Mercà” aveva predisposto dei progetti a costo zero basati sul riutilizzo delle serre di proprietà del Comune, quelle utilizzate per le vecchie manifestazioni natalizie: 1.110 metri quadri di tendostruttura per un mercato coperto a buon mercato. L’amministrazione aveva dato l’ok per partire l’8 dicembre, ma il niet dei tecnici comunali ha costretto a cambiare programma: «Hanno comunicato - dice Rio - che le serre avrebbero provocato problemi alla viabilità». E un’amara constatazione: «Hanno portato il mercato al collasso; in Comune interpretano ancora il “mercataro” come si faceva negli anni ’80, ed è agli anni ’80 che vogliono lasciarci».
Carmine Landi
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