Tassati oratori e immobili “fantasma”

Gli avvisi della Soget: chiesti trentamila euro di Ici alla parrocchia di San Francesco per locali adibiti al culto

Gli avvisi di accertamento emessi “massicciamente” (oltre 24 mila) dalla Soget negli ultimi mesi dell’anno appena conclusosi non hanno raggiunto (e non raggiungeranno) soltanto privati cittadini, ma anche soggetti “insospettabili”, difficilmente annoverabili tra gli “evasori” e imprese, costrette, in tempi di magri bilanci, a dover fronteggiare pretese anche per diverse decine di migliaia di euro. Tra gli “insospettabili” innanzitutto le parrocchie: in fase di verifica (ai fini Ici), equivocando evidentemente le novità legislative che hanno assoggettato all’imposta anche gli immobili ecclesiastici non adibiti al culto, la Soget ha chiesto il pagamento del tributo per parrocchie, oratori ed altri spazi ad uso religioso. Un caso emblematico per tutti: la parrocchia dell’Immacolata, in piazza San Francesco, si è vista recapitare un avviso di accertamento per circa 30mila euro di Ici, anche per i locali dell’oratorio. Eppure una legge ad hoc (la 206 del 2003) ha escluso espressamente dall’Ici «gli immobili destinati ad oratorio e ad attività similari». In Soget tengono a precisare che «non c’è alcun intento persecutorio» ed il fine «anche a garanzia dello stesso contribuente, è quello di aggiornare le banche dati proprio perché non si verifichino più errori in futuro». «Il nostro invito – sottolinea il direttore della sede salernitana Paolo Desiderio – è a presentarsi ai nostri sportelli con tutta la documentazione: cinque nostri funzionari sono tutti i giorni a disposizione dell’utenza, presso la sede di via Galloppa 86, per rettificare le situazioni anomale».

Ma problemi ci sono anche per professionisti e imprese. «Le aziende – spiega il direttore della Soget – hanno una possibilità in più, preclusa ai privati: quella di avvalersi dell’istituto dell’accertamnto con adesione». Una opportunità che riguarda l’Ici su aree fabbricabili o sulle aree esterne adibite ad attività produttive. Scopo dell’istituto è prevenire o evitare il ricorso. Quali i vantaggi? «Quelli di sedersi intorno allo stesso tavolo impresa accertata, Soget ed ente impositore per un contraddittorio che consente di approfondire le rispettive posizioni». L’esito? Affatto garantito.

Non mancano, poi, casi di “avvisi pazzi”. «Pensi – racconta Mario Landi, titolare della Comel Sud, nella zona industriale di Salerno – che nei confronti della mia società la Soget ha rivendicato il pagamento dell’Ici per 40mila euro dal 2008 al 2012». Dov’è l’anomalia? «L’immobile di cui, stando all’avviso di accertamento, la mia azienda sarebbe proprietaria non so dove sia e sicuramente non è della Comel. Non indicando l’avviso gli estremi catastali ma solo l’indirizzo, non ho alcuna possibilità di approfondire».

Ultimo fronte “caldo”, quello relativo ad un misterioso “buco” denunciato dal presidente della fondazione “La Ruota” onlus di Salerno, Enzo Carrella: «L’eliminazione della Tarsu, per circa 250mila euro annui, su ignote superfici comunali riconducibili ad altrettanto oscure strutture». Il dubbio è che l’esclusione investa anche gli immobili delle società partecipate (che invece dovrebbero essere a tutti gli effetti assoggettati all’imposta), chioschi, banchi di vendita anche allestiti temporaneamente.«È il caso anche del mercatino natalizio di Buongiorno Italia, o delle superfici concesse per manifestazioni fieristiche e gastronomiche».

L’invio massiccio degli avvisi di accertamento è stato determinato dall’incombente scadenza della prescrizione (31 dicembre 2013). Oltre tale data, il Comune non avrebbe potuto più pretendere alcunché per le imposte non versate, in tutto o in parte, nel 2013, almeno per l’anno 2008. È bene quindi, nel momento in cui si riceve l’avviso di accertamento, prestare attenzione all’anno di imposta e alla data di invio della comunicazione. La prescrizione deve essere comunque eccepita sia alla società di riscossione che all’ente impositore.

Remo Ferrara

©RIPRODUZIONE RISERVATA