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Tarsu, un’evasione da record Quindici milioni mai riscossi

SARNO. Quindici milioni di euro circa sono ancora fuori per la tarsu. L’ufficio economico-finanziaria riaccerta i residui attivi e si scopre che, dalla riscossione dei ruoli, manca una cifra notevole....

SARNO. Quindici milioni di euro circa sono ancora fuori per la tarsu. L’ufficio economico-finanziaria riaccerta i residui attivi e si scopre che, dalla riscossione dei ruoli, manca una cifra notevole. Molte di queste somme sono a rischio esigibilità proprio perché datate nel tempo, risalenti, addirittura al 1999.

Il quadro della riscossione dell’ente non è ottimale. Tra il 1999 e il 2003, addirittura dieci anni fa, il Comune non ha ancora incassato oltre due milioni di euro con una media di 400 mila euro ad annualità, il dato del 2004, stranamente, non risulta tra i residui attivi, ma sicuramente non è possibile che sia stato incassato l’intero ruolo. Per avvicinarci, oltre due milioni di euro restano ancora appesi per gli anni che vanno dal 2005 al 2007, col picco di quest’ultimo anno che arriva a 1milione e mezzo. La prescrizione della tarsu è quinquennale e, dunque, almeno fino al 2007 ci sarebbe da verificare una eventuale prescrizione con perdita del diritto ad incassare tali somme. Questo significa che circa 4milioni e mezzo di euro sono a forte rischio esigibilità, almeno previa verifica di eventuali azioni esecutive intraprese dal concessionario. Dal 2008 al 2012, poi, c’è un boom dei mancati introiti tarsu con circa dieci milioni di euro ancora mancanti all’appello. Per il 2008 ci sono ancora da riscuote circa 800mila euro, ma più si va avanti e più il dato cresce.

Per il 2009, infatti, passiamo a un milione 300mila, mentre per il 2010 a 1milione e 200mila e per il 2011 a un milione e 700mila. Queste ultime annualità, però, sono ancora alla fase della riscossione spontanea voluta dopo il benservito a Equitalia e, quindi, almeno ad un primo impatto, si può riflettere che, quando c’era il concessionario, i residui erano più bassi. E ancora si può dire che, essendo gli importi aumentati col passare degli anni, per la copertura totale del costo del servizio, la percentuale di incasso si è abbassata in un rapporto inversamente proporzionale, recependo il dato sensibile delle enormi difficoltà che ha la cittadinanza ad affrontare la spesa. Queste difficoltà sono destinate a crescere con l’entrata in vigore della tares con un aggravio medio del 20% sulle bollette. Queste cifre aprono lo spiraglio anche per un’altra riflessione, legata alla mancata copertura totale del servizio. Il servizio va pagato ai terzi che lo svolgono e il potenziale danno dal mancato e incerto incasso è il doppio.

Gaetano Ferrentino

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