Tarsu, errori degli uffici del Comune

A Sarno svelato l’arcano legato ai calcoli errati nella quantificazione della tassa sulla spazzatura

SARNO. Non vi scervellate a capire come si arriva al totale della tarsu da pagare perché gli avvisi recapitati violano clamorosamente lo statuto del contribuente. Il calcolo matematico non porterà a determinare con precisione la tassa perché i parametri messi nella specifica sono sbagliati per tutti.

L’importo, se si trovano i metri quadrati attribuiti, è esatto, ma il conto non è verificabile dal cittadino. Pur ripetendo l’operazione proposta dietro l’avviso, il totale non sarà mai conforme. La tariffa per abitazione di euro 3,27 non esiste perché la specifica non riporta i parametri legati al cambio di sistema col passaggio dalla tarsu alla tia. In pratica, doveva essere aggiunto un ulteriore parametro per avere l’idea e mettere il contribuente nella posizione di non pagare all’oscura, ma di avere piena cognizione degli esborsi.

Infatti, il sistema misto approvato dal Consiglio comunale prevede che la tassa si calcola per metà sulla superficie e per metà sul coefficiente di composizione del nucleo familiare. Quindi, per poter fare l’operazione, ognuno deve conoscere il coefficiente attribuito per il numero dei componenti del nucleo familiare. In realtà, l’atto sarebbe già dovuto arrivare ben chiaro per tutti i contribuenti che, ora, proprio perché non si trovano con le somme matematiche affollano gli uffici per chiedere chiarimenti. Un avviso di questo tipo, oltre a causare disorientamento, viola palesemente la legge in materia di tutela del contribuente. Andando agli uffici a chiedere spiegazioni, la risposte disarmante che si ottiene è che quasi tutti sono consapevoli di questo errore.

Sicuramente, non è un approccio che favorisce lo spirito di collaborazione richiesto anche dagli amministratori rispetto a una tematica scottante come il pagamento della tarsu, ritenuta sempre esosa dai contribuenti. Se gli eventuali ruoli dovessero essere poco chiari, sulla scorta del calcolo non reso comprensibile, il Comune si può esporre a contenziosi in materia tributaria.

Per quanto concerne, poi, riguarda l’invio degli atti a mezzo raccomandata e non per posta semplice, il sindaco Mancusi replica: «I dati tarsu sono cambiati in virtù degli aggiustamenti d’ufficio grazie all’incrocio con i dati del catasto. È un modo di recapito che riteniamo più utile per consentire ai cittadini di rendersi conto di eventuali errori nell’attribuzione delle superfici e di farli correggere». Ma se gli uffici hanno aggiornato le superfici mettendole in linea con il dato reale, perché gli operatori della Soget continuano a recarsi presso le abitazioni con parametri ricalcolati e misurare?

Gaetano Ferrentino

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