Tarsu: cartelle anomale per cento imprese

Incontro con Maccauro (Confindustria) a Palazzo di Città. Verranno riesaminati i casi segnalati

Sono un centinaio le imprese iscritte a Confindustria che hanno riscontrato anomalie negli avvisi di accertamento inviati ad inizio gennaio dalla Soget per la riscossione della Tarsu. Gli industriali che insistono nell’area salernitana dell’Asi si sono dunque rivolti alla propria associazione di categoria per capire come districarsi tra calcoli e tariffe che non sarebbero state calibrate sulla effettiva metratura degli opifici e in particolare non terrebbero conto, sulla superficie complessiva, delle aree che producono effettivamente rifiuti urbani e di quelle che invece producono rifiuti speciali o non ne producono affatto. Il numero uno di via Madonna di Fatima ha dunque chiesto un incontro agli assessori comunali competenti per individuare una strategia. Ieri mattina Mauro Maccauro, insieme ad una delegazione composta da circa una ventina di industriali, è stato ricevuto dai tecnici di Palazzo di Città e dagli assessori al Bilancio ed all’Ambiente Alfonso Buonaiuto e Gerardo Calabrese. «Da parte dell’amministrazione abbiamo registrato la massima disponibilità a verificare le posizioni delle imprese, che saranno analizzate caso per caso nei prossimi giorni - ha commentato il presidente degli industriali - Non chiediamo sconti, ma la verifica di alcune posizioni che risultano non corrispondenti alle notifiche della Soget. Gli assessori non hanno alzato alcun muro, anzi, hanno dato disposizione agli uffici competenti affinchè già da domani vengano spulciate le pratiche degli imprenditori che tramite il nostro sistema confindustriale hanno avanzato dubbi sulle cartelle ricevute». Nella maggior parte dei casi le contestazioni afferiscono ad un calcolo che univocamente si basa sulla superficie aziendale, senza tenere conto, ad esempio, degli spazi deputati ad uffici (dove effettivamente vengono prodotti rifiuti solidi urbani), degli opifici (che non producono rifiuti) e delle aree limitrofe (dalle quali vengono emessi rifiuti speciali che le aziende provvedono a smaltire pagando di tasca propria ditte private). Tre i punti da cui partire per raggiungere un accordo, come chiarito dall’assessore Buonaiuto: lo scomputo e la detassazione delle aree, il conteggio effettivo dei metri quadri e l’analisi dei rifiuti speciali. Ma dall’incontro di ieri è emersa anche la volontà di progettare, sin da ora, i criteri che contraddistingueranno la Tares: «In mancanza di una normativa chiara - ha spiegato l’assessore Calabrese - occorrerà trovare una linea di indirizzo che tuteli le esigenze delle imprese, rispettando la copertura dei costi e l’addizionale dei servizi a metro quadro». (b.c.)

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