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Tarda a laurearsi, finge uno stupro

La studentessa ora rischia una denuncia per procurato allarme

NAPOLI. Un’ecchimosi all’interno di una coscia, una bruciatura sulla mano sinistra, compatibile con quella causata da una sigaretta, un rapporto sessuale consumato, senza però violenza. Sono questi alcuni degli elementi emersi dal lavoro investigativo effettuato dalla Squadra mobile di Napoli per accertare che non c’è stata violenza sessuale ai danni della studentessa 23enne che aveva raccontato alla polizia di aver subito uno stupro nell’androne di un palazzo del centro storico di Napoli, mentre lo sconosciuto aggressore le puntava un coltello alla gola.

Inoltre, tutti i testimoni ascoltati, tra cui diversi condomini del palazzo dove sarebbe avvenuta l’aggressione, hanno dichiarato di non avere visto né udito nulla di strano. Dalle immagini dei sistemi di video-sorveglianza di un locale della zona, poi, si nota la ragazza in compagnia di un uomo senza mostrare preoccupazione o paura.

E.F. vive a Pianura, in una zona di edilizia residenziale popolare tenuta in maniera decorosa. Nella zona del presunto stupro, associazioni e comitati di quartiere e studenteschi avevano già indetto una manifestazione di solidarietà alla giovane. Ma tante erano state le affermazioni di sdegno e condanna per l’ennesimo episodio di stupro. Che, però, non c’era mai stato.

La ragazza avrebbe spiegato alla polizia di essersi inventata la violenza sessuale per allentare la pressione dei familiari sul suo ritardo nel conseguire la laurea. E. F. rischia ora la denuncia per procurato allarme e simulazione di reato.