Tar: Lenzi a casa Regione bocciata

Ventiquattro ore per la nomina altrimenti decide il prefetto Caldoro convoca il rettore a Napoli poi diserta l’incontro

Se entro oggi il rettore Pasquino ed il presidente della Regione Caldoro non troveranno un’intesa sul nome del futuro manager del “Ruggi”, toccherà al prefetto Pantalone individuare tra i suoi funzionari un commissario ad acta che agisca in luogo di una inadempienza che, da quattro mesi, porta la firma della Regione Campania. Lo ha stabilito il presidente della prima sezione del Tar Antonio Onorato, che con un decreto dai toni fermi ed inequivocabili ha bocciato Caldoro ed il tentativo, operato in extremis, di commissariare l’Azienda di via San Leonardo, riconfermando Elvira Lenzi (decaduta dall’incarico da martedì) al suo timone. Il Tar ha dato dunque due giorni di tempo a Regione ed ateneo per raggiungere un accordo: le prime ventiquattro ore sono state già sprecate e non per colpa del rettore che, invitato il giorno precedente da Caldoro, ieri pomeriggio è stato a Napoli. Il presidente ha dato forfait e Pasquino è stato costretto a tornarsene a casa a mani vuote e senza neppure una risposta all’sms che pure aveva inviato. Una situazione surreale, nella quale a farne le spese sono i cittadini salernitani: gli operatori ed i pazienti di un ospedale allo sfascio, gli studenti della facoltà di Medicina, i docenti universitari. Eppure il decreto presidenziale - il secondo che punta il dito contro la Regione, imponendo il rispetto di tempi puntualmente disattesi - non lascia spazio ai dubbi. Caldoro aveva giustificato l’avvio delle procedure di commissariamento appellandosi alla legge Balduzzi che modifica i criteri nella scelta dei manager della sanità. Ma la motivazione non trova riscontro nella stessa normativa: il presidente Onorato ricorda infatti che la Regione si è «basata sull’errata individuazione del procedimento da seguire», visto che la sopra menzionata legge non è ancora entrata in vigore, perchè non sono trascorsi i quindici giorni dalla pubblicazione sul Burc. In ogni caso, lo stesso decreto Balduzzi distingue tra Aziende sanitarie ed Azienda ospedaliere universitarie, conservando per queste ultime l’obbligo dell’intesa con l’Università. E ancora, la norma che disciplina la designazione dei manager delle Aziende ospedaliere universitarie è la 517 del ’99, quindi non c’è altro da fare se non sedersi intorno ad un tavolo e decidere. Per il Tar Elvira Lenzi «è da considerare decaduta e pertanto non in servizio», tant’è che la sua richiesta di revoca di un precedente decreto, è stata respinta. Eppure il medico avellinese ieri mattina era all’ospedale da Procida a visionare dei locali che saranno interessati da lavori di restyling. Ad arginare il commissariamento a cui mancava solo la firma di Caldoro, il ricorso che Pasquino ha affidato all’avvocato Lorenzo Lentini. Un documento appassionato e “politico” nel senso civico del termine, che non nasconde l’amarezza per una inerzia che sta portando allo sfascio la sanità salernitana. « Il governatore è, e resta, l’unico soggetto inadempiente a cui non può essere consentita anche una solitaria scelta commissariale - si legge nella memoria - ulteriormente elusiva del decreto del presidente del Tar. Basta con l’elusione degli atti giudiziari. Basta con l’usurpazione dei poteri e delle competenze universitarie. Basta con una inerzia arrogante ed inquietante diretta solo a conservare un equilibrio di potere superato». Ricevuto ieri mattina il gravoso incarico, il prefetto ha subito contattato il rettore, pregandolo di trovare un’intesa: «Alla lettera che mi ha preannunciato - ha chiarito Pasquino - risponderò con tutte le lettere e i telegrammi che nei mesi ho inviato a Caldoro senza avere risposta. Il presidente non mi ha mai reso partecipe del nome del manager che intende designare, quando lo farà si sentirà rispondere un sì forte e chiaro». L’unico veto è su Elvira Lenzi, per il resto, «daremo il via libera a chiunque abbia le caratteristiche di un direttore generale». Il rettore non sceglie la strada della polemica, ma quella della mediazione: «Caldoro è stato tratto in errore. Credo che se coloro che lo hanno portato sulla cattiva strada si toglieranno di mezzo, ci siano tutte le condizioni per risolvere in via definitiva il problema». Da Napoli, però, arrivano indiscrezioni di tutt’altra natura: la Regione avrebbe intenzione di andare avanti per la propria strada, cioè il commissariamento.

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