sALERNO

Tangenti al Ruggi, libero Brigante

Il primario di Neurochirurgia era agli arresti domiciliari per concussione. Per il giudice non c’è più rischio che commetta reati

SALERNO. Torna libero Luciano Brigante. Il primario di Neurochirurgia, da aprile agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione, ha ricevuto alle 14.30 di ieri nella sua abitazione di Avellino l’ordinanza di revoca della misura cautelare. Dopo il “no” del Tribunale del Riesame, la giudice delle indagini preliminari Elisabetta Boccassini ha accolto la nuova istanza dei difensori Alberico Villani e Paolo Carbone ritenendo che dopo quasi tre mesi di detenzione domiciliare sia ormai venuto meno il rischio di una reiterazione dei reati. E non solo perché l’azienda ospedaliera ha emesso nei confronti del medico un provvedimento di sospensione (che potrebbe anche essere revocato) ma soprattutto perché si prevede che la sofferta privazione della libertà farà da deterrente a eventuali condotte illecite. «Il periodo di detenzione già sofferto – scrive il gip – ha certamente inciso sulla tendenza a delinquere del Brigante, inducendo lo stesso a migliori e diversi propositi». Pur confermando la gravità del quadro indiziario, secondo cui il primario chiedeva denaro ai pazienti per consentirgli di scavalcare le liste d’attesa, la giudice ritiene quindi cessate le esigenze cautelari. «È ragionevole affermare – spiega nell’ordinanza – che il Brigante, seppure dovesse riprendere l’attività medica, si asterrà dal commettere reati e dal subire nuove spinte recidivanti».

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Con la remissione in libertà il primario potrebbe chiedere di essere reintegrato in ospedale. La decisione spetta ai vertici del Ruggi, che ora possono revocare la sospensione obbligatoria adottata in seguito all’arresto ma anche adottarne un’altra di carattere amministrativo, tanto più che nei confronti del neurochirurgo è già stato aperto un procedimento disciplinare. Le accuse nei suoi confronti sono gravissime, secondo gli inquirenti avrebbe incassato soldi in contanti da persone ammalate a cui prometteva in cambio di accorciare i tempi d’attesa per l’intervento chirurgico, e per aumentare i suoi guadagni avrebbe consentito che alcune operazioni fossero eseguite dal luminare giapponese Takanori Fukushima (anche lui indagato), su pazienti che in parte venivano dirottati a Salerno dalla clinica toscana di San Rossore.

leggi anche: Mazzette per operare al Ruggi, Saponiero e Iannicelli rientrano a lavoro Il medico era stato raggiunto da misura interdittiva a marzo. Anche la caposala che stilava le liste è stata riammessa

Il filone che coinvolge la casa di cura privata è ora di competenza della Procura di Pisa e di recente il Tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari al neurochirurgo Gaetano Liberti. In libertà è tornata pure la caposala salernitana Anna Rita Iannicelli ed è di pochi giorni fa la pronuncia della Corte di Cassazione che ha annullato l’interdizione temporanea di Renato Saponiero dall’incarico di direttore del dipartimento di Neuroscienze, da dove secondo l’accusa avrebbe chiuso un occhio sulle condotte di Brigante. L’unico per il quale l’ordinanza cautelare restava ancora in vigore era proprio il primario avellinese, su cui pesano le testimonianze rese da alcuni pazienti ai carabinieri del comando provinciale. Adesso anche lui torna libero e potrebbe essere riammesso nel suo posto di lavoro. Questa decisione, però, spetta ai vertici del Ruggi d’Aragona.

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