Taglio alla giugulare: morta dissanguata

BATTIPAGLIA - Un taglio alla giugulare. Così è morta Maria Rosa Troisi, la 37enne assassinata dal marito Marco Aiello, idraulico di 40 anni, poco prima delle 13 del 20 settembre scorso. Cinque centimetri al di sotto del margine inferiore della mandibola sinistra: una ferita obliqua di quattro centimetri sulla parte anteriore dello sternocleidomastoideo omolaterale, il muscolo che viene utilizzato per flettere ed inclinare lateralmente la testa. Una sola coltellata fatale, inferta con una lama lunga 20 centimetri. L’autopsia sulla salma della giovane solofrana, eseguita nella tarda mattinata di ieri, è servita a confermare in toto le primissime evidenze dell’esame esterno sul luogo del delitto. L’accertamento tecnico irripetibile è stato effettuato nella sala mortuaria dell’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia: alle 9,30, in presenza dell’avvocato di Aiello, Leopoldo Suprani, della curatrice dei figli (una bimba di nove anni ed uno di sei), Rosanna Carpentieri, e del legale dei fratelli della vittima, Norma Marranzini, il sostituto procuratore Licia Vivaldi, pm titolare delle indagini sul femminicidio, ha conferito l’incarico al medico legale Luigi Mastrangelo, ch’era già intervenuto in via Flavio Gioia, località Lago.

È morta dissanguata. Il reo confesso e le persone offese non hanno nominato consulenti di parte. L’autopsia ha preso il via alle 12,15: è terminata poco prima dello scoccare delle 14. In 30 giorni il tecnico della Procura dovrà depositare la relazione, che s’avvarrà degli esiti dei prelievi istologici e tossicologici. Maria Rosa sarebbe morta per il collasso cardiocircolatorio irreversibile figlio di un’anemia acuta meta-emorragica causata dalla lesione dei vasi sovraortici. Dissanguata. Sul suo corpo non ci sarebbero segni di lesioni, ferite o lividi capaci di far pensare a pregressi maltrattamenti.