Tagli di spesa ma più soldi per le politiche sociali

Le uscite diminuiranno di 8 milioni e si prevedono altre riduzioni sul personale Rimangono le criticità contabili nel computo dei residui attivi e passivi

Sono davvero poche le entrate per coprire i costi dei servizi a domanda individuale. È questo ciò che si evince leggendo la relazione al bilancio di previsione 2016. Infatti, analizzando lo schema presentato, si scopre che i costi degli asili nido (che sono di 2 milioni 167mila euro) vengono coperti con i proventi derivati dal servizio solo per 620mila euro, somma equivalente al 28,60 per cento. Allo stesso modo i costi delle mense scolastiche valutati in 1 milione e 756mila euro sono coperti per un totale di 559mila euro, ovvero per il 31,85 per cento. Va meglio se si va a vedere la spesa sostenuta per la gestione del mercato ortofrutticolo: in questo caso risulta essere di 1 milione e 200mila euro e si prevedono proventi per 1 milione e 30mila euro.

Nei servizi a domanda individuale rientrano anche gli impianti sportivi che costano al Comune di Salerno 2 milioni 689mila euro, i proventi che arrivano sono però solo 532mila euro, ovvero coprono il 19,78 per cento della spesa totale. Infine ci sono i costi dei teatri stimati in 5milioni 911mila euro, la previsione di copertura è del 61,30 per cento, l’equivalente di 3milioni e 623 mila euro. Questo significa che per coprire i costi di tutti i servizi individuali, il Comune dovrà sborsare da parte sua poco più di 7 milioni di euro dato che i proventi sono piuttosto limitati. Ma dalla lettura degli allegati al bilancio di previsione si scoprono anche altre interessanti notizie riguardo al tema delle spese. In particolare, relativamente alla spesa corrente si registra quest’anno una riduzione di circa 8 milioni di euro rispetto all’esercizio 2015, da ascrivere principalmente alle minori spese che l’amministrazione sosterrà per gli uffici giudiziari (circa 5milioni di euro in meno) e per lo stanziamento delle spese finanziate dal fondo pluriennale vincolato di parte corrente (altri 2 milioni di euro).

I capitoli di spesa corrente più rilevante riguardano, come era facile aspettarsi, i redditi da lavoro dipendente (poco più di 52 milioni di euro) e quelli per l’acquisto di beni e servizi (altri 91milioni di euro). Andando più nel dettaglio delle uscite si prevede un costo stimato per gli organi istituzionali di circa 5milioni e 744mila euro. Ma la cosa che più balza agli occhi è il notevole incremento che l’Amministrazione comunale intende attuare per quanto riguarda le spese relative all’area diritti sociali, politiche sociali e famiglia. Dai 37 milioni stanziati nel 2015, si passa quest’anno a una previsione di 59milioni di euro.

In totale tutto il capitolo previsionale dedicato alle spese correnti è di circa 197milioni di euro ma si prevede di ridurlo di altri 4 milioni di euro nel 2017 andando ad incidere ulteriormente sui costi del personale. Altro dato interessante è quello relativo alle spese per investimenti; il piano redatto dal Comune prevede investimenti nel 2016 per poco più di 233milioni di euro, nel 2017 per 241milioni di euro e nel 2018 per poco più di 86milioni di euro.

Infine, la tabella dei parametri di deficitarietà individua quattro parametri positivi su dieci. Tali parametri riguardano, essenzialmente, il volume dei residui attivi e passivi che risultano superiori a quelli concessi dalla legge. Tuttavia, nonostante questo, “il Comune di Salerno non risulta tra gli enti strutturalmente deficitari”, come si legge nella relazione allegata al bilancio. Piccola nota di curiosità: ancora una volta il Comune di Salerno prevede una notevole entrata derivante dalle alienazioni del patrimonio immobiliare, stimata in 4 milioni di euro. Sono inoltre ipotizzati proventi dalle concessioni edilizie per 4milioni e 650mila euro, di cui 3milioni e 200mila euro destinati al finanziamento della spesa corrente. Una destinazione consentita dalle novità nella normativa nazionale; infatti, la legge di stabilità 2015 ha previsto in favore degli enti locali la possibilità di destinare fino al cento per cento dei proventi derivanti da concessioni edilizie al finanziamento della spesa corrente, in deroga alla normativa vigente.

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