Tagli ai profili professionali ma il sindacato batte i pugni

Il Csa: «Troppo potere ai dirigenti, possono spostare i lavoratori come vogliono»

L’ultimo documento firmato a ottobre dai confederali annuncia battaglia, ma tutto il sindacato dei dipendenti regionali è sul piede di guerra contro Santa Lucia. Sotto accusa il piano di riduzione dei profili professionali, da 75 a 22, di circa 2700 dipendenti (le categorie C e D di funzionari e istruttori, laureati e diplomati), avviato tre anni fa dall’amministrazione di centrodestra di Stefano Caldoro e che il presidente della Regione Vincenzo De Luca, secondo la protesta, ha pienamente sposato.

Un piano di consulenza affidato al Formez nell’ambito di un finanziamento di quasi 8 milioni (di cui spesi 3 e mezzo) che ha nel mirino i profili di geologi, architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti ma anche ragionieri, geometri e amministrativi. «Il sistema di profili professionali delineato dal Formez condiviso dalla sola amministrazione regionale – si legge nel comunicato di Cgil, Cisl e Uil – cancella numerose professionalità presenti e lascia libero spazio a futuri ed arbitrari percorsi di mobilità d’ufficio (selvaggia)».

E «ai chiarimenti chiesti – aggiungono i confederali – l’amministrazione ha replicato in modo negativo e arrogante». Per il Coordinamento sindacale autonomo (Csa) «nel più totale silenzio e sulla base di uno studio affidato al Formez, si sta attuando la revisione dei profili e in un solo colpo sono annullati i titoli posseduti e al contrario data prevalenza assoluta alle attuali mansioni svolte». Il Csa denuncia «l’ampio potere e discrezionalità attribuiti ai dirigenti di modificare il contratto individuale di lavoro con la Regione» e il sospetto che un nuovo contratto consentirebbe di essere «telecomandati» e alla mercé del dirigente che potrebbe esercitare la volontà, per esempio, di spostare un dipendente anche oltre il raggio di 50 chilometri, limite previsto dall’attuale normativa. In sostanza, chi si rifiutasse di remare nella direzione indicata potrebbe vedersi assegnata un’altra provincia. E al contrario, chi ha concentrato cariche e mansioni negli anni precedenti senza averne competenze, si vedrebbe premiato nel nuovo contratto.

Insomma un maggiore controllo dei dipendenti, con la scusa della riduzione delle figure professionali in una congiuntura storica di accentramento politico. C’è aria di bufera e materiale per i legali. Per protesta i sindacati hanno invitato i dipendenti a non compilare le schede dei loro profili. E intanto dagli uffici del Genio civile delle province è partita una lettera di diffida al capo di gabinetto della Regione Sergio De Felice (anche magistrato del Consiglio di Stato) in cui si avverte che l’accorpamento del Formez e la modifica dei profili sono illegittimi, con la riserva di portare la vicenda in procura. Ricevuta la diffida, il capo di gabinetto ha convocato sindacati e direttore generale del personale per valutare e capire lo stato dei fatti.

Intanto a novembre scadono i contratti dei dirigenti, che sono esclusi dal piano Formez. I dirigenti di vertice sono 22 nelle varie aree di competenza e dividono con la politica la responsabilità nella gestione dei finanziamenti europei, di cui il governatore De Luca lamenta la mancata spesa. Mediamente guadagnano circa 200 mila euro l’anno (vedi tabella) incluse indennità e premi che superano anche 70 mila euro. Tra questi c’è chi assume incarico di tre anni legittimo formalmente per la legge anticorruzione ma di fatto esercita un ruolo di responsabilità nello stesso settore da molto più tempo, solo con qualifiche diverse (da coordinatore a direttore). È il caso per esempio del salernitano Antonio Oddati, responsabile Formazione e Lavoro e coordinatore dal 2008 o di Italo Giulivo, avellinese, direttore generale dei lavori pubblici e responsabile del settore idrogeologico sin dagli anni della giunta Bassolino. Entrambi con numerosi incarichi a interim. Sulle rotazioni dei dirigenti il M5S ha sollevato la questione in commissione Trasparenza e ora annuncia un esposto alla procura.

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