Tabacchificio, bomba amianto a Cafasso

Capaccio Paestum, la denuncia del professore Turriziani: «Tutti sanno del pericolo, ma nessuno ha ancora mosso un dito»

CAPACCIO PAESTUM. Il litorale ostaggio di incivili, che lo trasformano in discarica; e poi le tonnellate di amianto, non ancora rimosso, sulla copertura dell’ex tabacchificio del Cafasso. A denunciare l’emergenza ambientale è il professore Maurizio Turriziani, che lancia un appello, in vista delle prossime amministrative, a tutti i candidati sindaco. «Denunciare a chi di competenza e ritrovarsi, dopo più di un mese con quintali di materiali abbandonati, come monito di una prepotente e gretta inciviltà, è francamente disarmante. Come è stato possibile – si chiede Turriziani - che, l’intera struttura di un vecchio palco, sia stata abbandonata in un tratto di spiaggia il cui accesso, a parte quello vicino al Lido Internazionale, è impedito e regolato da cancelli. Sono decine infatti, coloro che abusivamente, impediscono lungo via Linora la libera fruizione di una spiaggia lunga più di due chilometri. Nessuno si è accorto di nulla?. I nostri candidati a sindaco sapranno imporre il rispetto delle leggi e perseguire coloro che deturpano e avvelenano il nostro territorio?».

Una delle problematiche sollevate dal docente è la rimozione dell’amianto all’ex tabacchificio. «Saprà il nuovo sindaco risolvere definitivamente e provvedere allo smaltimento delle tonnellate di amianto dell’area dell’ex tabacchificio del Cafasso, che inesorabilmente si stanno deteriorando ? Senza creare allarmismi – evidenzia Turriziani – ma mi chiedo se i residenti, le attività legate alla terra, all’allevamento del bestiame siano al corrente dell’enorme pericolo che stanno correndo. Quanto tempo ancora dovremo aspettare perché concretamente si affronti il problema? Si mette a rischio la salute della gente, colpevolmente: passate e presenti amministrazioni erano e sono al corrente di questa situazione. Esiste una ordinanza dell’Asl del 2009 e una successiva del 2011, che intimano la rimozione immediata di ben 5700 metri quadrati di amianto da parte dei proprietari per motivi di sicurezza pubblica. L’indice di degrado era 68, dove il valore 45 equivale a situazione di pericolo. Di tutto questo tutti sanno, ma nessuno fa niente».

Turriziani conclude: «Siccome la priorità è tutelare la salute delle persone, invece di spendere i soldi dei contribuenti nell’acquisto di mega futuristiche cupole, abbandonate in qualche deposito, le risorse potevano essere destinate alla bonifica dell’intera area e successivamente, dando seguito alle ordinanze sindacali del 2009 e del 2013, con le quali si ordinava la rimozione dell’amianto entro 12 mesi, addebitare le spese con aggravio, ai proprietari della struttura. Intanto, le coperture in amianto dello storico tabacchificio versano in uno stato di pericoloso deperimento».

Il professore, insieme agli alunni, recentemente hanno recuperato cinque frigoriferi, smaltiti dalla Paistom, abbandonati nell’oasi dunale “Giglio d’Amare” sul litorale tra Licinella e Torre di Mare. Qui, grazie ad un protocollo d’intesa tra, l’istituto comprensivo Capaccio Paestum, il Profagri, Legambiente e l’amministrazione ha preso forma un progetto di salvaguardia e tutela ambientale voluto dai ragazzi.

Angela Sabetta

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