Svolta all’Anagrafe:«Castellana è donna»

In Italia è la prima transessuale non operata a poter aggiungere il nome femminile. Giá ritirata la nuova carta d’identitá «Una grande gioia»

SALERNO. Martina Castellana è nata due giorni fa. Anche se non è più una bambina, ma una dermatologa apprezzata, e dal 2009 fa politica nelle fila del Pdl. Da mercoledì non è più soltanto Michele, “detto Martina” per chi voleva, ma ha una carta d’identità tutta nuova, che ne fa la prima transessuale italiana non operata ad avere riconosciuta all’Anagrafe la sua identità femminile. Un documento che corona un sogno personale, ma fa anche da apripista per le rivendicazioni delle trans in tutto il Paese.

«E’ bello che questo accada a Salerno - commenta - Lo è per le istituzioni, che non tralasciano di dare risposte a esigenze che ad altri possono non essere prioritarie; ed è bello per i salernitani, anche perché questa è una città dell’accoglienza, che non mi ha mai creato problemi». Ad avere una carta d’identità col suo nome da donna, Martina Castellana ci provava da vent’anni. Un percorso già tortuoso per chi ha passato il guado con l’intervento chirurgico e che diventava molto più irto per lei, che a quell’operazione non può sottoporsi per ragioni di salute.

«Mi avevano proposto di aggiungere al primo nome quello di Maria, che tanto non si nega neanche agli uomini. Un’ipocrisia cattolaica, ma io a questo compromesso non sono voluta starci». Così è andata avanti, ha tentato la strada giudiziaria col Tribunale di Salerno, «ma lì - spiega - cambiano solo i nomi ridicoli ». La svolta è arrivata con una nuova procedura, che passa per la richiesta alla Prefettura, il placet del Ministero dell’Interno, la successiva affissione dell’istanza all’albo pretorio del Comune e il definitivo nulla osta della Prefettura, che lo comunica all’Anagrafe.

«Ci sono voluti in tutto pochi mesi, da maggio a ottobre, e di questo ringrazio la Prefettura e ancor più il Ministero. E’ la dimostrazione che la burocrazia, quando va a braccetto col buon senso, può regalare sogni ai cittadini. E io oggi sto vivendo un sogno». Per afferrarlo c’è voluta in questi anni tutta la sua tenacia a difesa dei diritti civili e, infine, una scommessa col suo avvocato Morena Rapolla, trans operata: «Deve esserci un modo, ci siamo dette, per avere un documento che tuteli l’identità fisica della persona, che corrisponda alla sua immagine ». Quel documento è arrivato l’altro ieri. Accanto al primo nome, trasformato da Michele in Michél per pronunciarlo al femminile francese, è comparso quello di Martina. «Non ho voluto abiurare al mio arcangelo né al mio passato - spiega - perché la persona che sono oggi è frutto anche del mio vissuto.

Ora questa carta d’identità mi fa sentire più vicina a me stessa». Ieri, quando la notizia si è diffusa, si sono moltiplicati i messaggi di auguri: dal presidente della Provincia Cirielli (Martina è presidente della commissione provinciale Pari opportunità), dalla segreteria del ministro Mara Carfagna, da esponenti di Comune e Provincia. L’unico rammarico è non aver potuto aggiornare il suo libro, una biografia con spunti saggistici che uscirà a Natale.Ma per una seconda edizione c’è sempre tempo...


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