Sulle due nomine nel cda esplode la contestazione

I rappresentanti di una parte dei comuni ha preferito lasciare l’assemblea Annunziata getta acqua sul fuoco ma alcuni sindaci meditano l’uscita

Strappo in seno ad Agro Invest dopo la ratifica dell’ingresso tra i soci del Comune di Striano e la nomina di due componenti del cda.

Un’azione che ha fatto infuriare i rappresentanti dei Comuni di Nocera Inferiore e Superiore, Roccapiemonte, Angri e Siano che hanno lasciato la seduta, minacciando di uscire dalla società di trasformazione urbana. Le avvisaglie c’erano state già alla vigilia. Il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, aveva chiesto un cambio di rotta in seno agli organismi partecipati: meno manovre politiche più spazio e risorse ai territori. Inversione di marcia che, stando a quanto è accaduto, non ci sarebbe stata. Infatti, nonostante le richieste della parte dissidente, si è proceduto a ratificare il tutto dopo il loro abbandono dell’assemblea. Non si sarebbe tenuto conto, dunque, della posizione molto chiara espressa prima e durante l’incontro.

E così via libera all’ingresso del Comune di Striano e nomina di Luigi De Stefano e Costabile D’Agosto nel Cda. Tutto è avvenuto con buona pace dei vertici di Agro Invest, Genioso Zollo e Franco Annunziata, del vice presidente della Provincia, Antonio Iannone, dei responsabili del Patto dell’Agro e dei rappresentanti degli altri Comuni soci: Scafati, Pagani, Sarno, Sant’Egidio, S. Giorgio, S. Marzano, S. Valentino . «Sono dispiaciuto per il comportamento di quei sindaci che hanno abbandonato l’aula durante la discussione – ha spiegato l’amministratore delegato Franco Annunziata – considerando la disponibilità manifestata di recepire le istanze espresse dai sindaci in questione ed aprire la strada al dialogo per l’avvio di una nuova fase di concertazione tra i soci. Al di là delle polemiche – ha proseguito – ritengo che questo Cda abbia operato bene in questi ultimi due anni».

Non la pensa così il primo cittadino di Nocera Superiore Gaetano Montalbano: «La modifica statutaria approvata, dà ai Comuni che hanno abbandonato motivatamente l’assemblea, la possibilità immediata di recesso delle quote, a meno che l’auspicato confronto politico-istituzionale, tra i sindaci e la Provincia, non riesca in tempi brevi a trovare quell’intesa necessaria a ridisegnare gli strumenti come nuovo momento, non solo di riflessione, ma anche come rinnovata spinta per individuare le strategie sulle attività da affidare agli stessi, ivi compreso anche il rimodellamento attraverso la riunificazione degli stessi strumenti».

Il sindaco di Roccapiemonte, Andrea Pascarelli, chiede di ripartire dai sindaci: «Non è possibile che si decida altrove e poi venga chiesto a noi di ratificare». Ora la palla passa ai dissidenti.

Salvatore D’Angelo

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