il caso

Sulla vendita del Baia indaga l’Antimafia

Francesco Soglia ha denunciato Marinelli per estorsione, ma ora è sotto inchiesta per i reati di calunnia e truffa

C’è un’indagine della Direzione distrettuale antimafia sulla compravendita dell’hotel Baia, ceduto sei anni fa dalla famiglia Soglia a quella dei Marinelli. A fare accendere i riflettori della magistratura è stata la denuncia presentata da Francesco Soglia, che ha accusato Carmine Marinelli di estorsione e che adesso è però lui stesso sotto inchiesta con le accuse di calunnia e truffa. L’accelerata è arrivata nei giorni scorsi, dopo che le indagini di questi anni non hanno trovato riscontro all’ipotesi estorsiva nonostante le dichiaraziodi dell’imprenditore di Castel San Giorgio, che afferma di aver subìto minacce per vendere la struttura alberghiera a un prezzo inferiore di quello di mercato. Il sostituto procuratore Vincenzo Senatore lo ha iscritto sul registro degli indagati e ha fissato per mercoledì un interrogatorio in Procura.

Le denunce. Secondo l’accusa formulata da Soglia, l’hotel di Vietri sul Mare doveva essere venduto a un prezzo di 26 milioni di euro, ma gli acquirenti sarebbero riusciti a comprarlo per 6 milioni in meno grazie ad alcune pressioni. «Sono stato minacciato da persone che dicevano di essere state mandate da loro» ha spiegato l’albergatore agli inquirenti. Affermazioni a cui è subito seguita la querela di Marinelli, che tramite l’avvocato Raffaele Tecce ha depositato denuncia per calunnia.

L’ipotesi di truffa. Nell’indagare in entrambe le direzioni la Dda si è imbattuta in una fattura di 350mila euro incassata da Soglia quando la gestione dell’hotel a cinque stelle era ormai già passata ai Marinelli, a cui il pagamento doveva quindi essere stornato. Pare che l’ex gestore del Baia abbia cercato di giustificare l’episodio come una reazione alla presunta estorsione subita, tentativo che non lo ha messo a riparo però dall’accusa di truffa. Sarà quindi anche su questo che verterà l’interrogatorio di mercoledì, a cui Francesco Soglia andrà accompagnato dall’avvocato Marco Martello e nel corso del quale è verosimile che tenterà non solo di difendersi, ma anche di fornire elementi a sostegno della tesi dell’estorsione.

Il precedente. Non è il primo caso in cui Soglia sostiene di aver avuto minacce nel corso di una trattativa per la gestione di una struttura alberghiera. Dopo la sua denuncia e alcuni mesi di indagine, il pubblico ministero Valleverdina Cassaniello ha chiesto lo scorso aprile il rinvio a giudizio di Fedele Ragosta e Francesco Delle Cave, accusati di estorsione e turbativa d’asta per le intimidazioni con cui avrebbero convinto l’albergatore a non partecipare alla gara per l’acquisto di un altro complesso di lusso, quello dell’hotel Raito. Ragosta, a cui la gestione dell’hotel è stata poi sottratta nell’ambito di un’altra inchiesta anticamorra, è ritenuto il mandante di un’azione intimidatoria che avrebbe visto Soglia minacciato con una pistola. Lo stesso albergatore ha poi denunciato che altri emissari dalle maniere forti gli furono inviati nei giorni della trattativa sul Baia, ma in questo caso è lui – almeno per ora – ad essere finito sul registro degli indagati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA