Suicidio in corsia, caso chiuso

Non ci sarà alcuna inchiesta: la madre della scrittrice Valeria Parrella sarà cremata

Caso chiuso. Il decesso di Annamaria Ciarallo, 65 anni, la mamma della scrittrice Valeria Parrella, è stato un suicidio, come conferma la dettagliata informativa degli uomini della Polizia di Stato del commissariato di Nocera Inferiore, che hanno condotto le indagini coordinate dal sostituto procuratore di turno al momento dei fatti, il sostituto Amedeo Sessa. Nessuna fattispecie di reato è stata ravvisata. La donna si è lanciata dal quinto piano del reparto di neurologia dell’ospedale “Umberto I”, dove era ricoverata. Sul corpo della donna è stato eseguito solo un esame esterno, disposto dal magistrato ed effettuato dal medico legale, con tutti gli elementi convergenti nella ricostruzione del fatto.

Il decesso è avvenuto poco dopo le 11,30: Annamaria Ciarallo ha approfittato di una brevissima assenza della figlia, la sorella di Valeria, che la assisteva e si era allontanata pochi minuti dalla stanza. In un secondo letto riposava un altro paziente che non si è accorto di nulla. Secondo elementi acquisiti agli atti, la donna non ha usato la sedia della stanza per lanciarsi dall’ampia finestra: il corpo è stato rinvenuto nella zona caldaie. Dopo aver ascoltato i familiari e il personale dell’ospedale e dopo aver raccolto il responso del medico, il pubblico ministero ha chiuso il caso.

Il corpo di Annamaria Ciarallo è stato restituito alla famiglia che ha deciso la cremazione; sempre per volontà familiare non ci sarà alcuna cerimonia funebre.

Anche in ospedale non è stata aperta una vera e propria inchiesta interna per appurare eventuali responsabilità degli operatori sanitari in merito al suicidio della sessantacinquenne, che domenica mattina ha deciso di farla finita buttandosi giù dal quinto piano dell’“Umberto I”. Il direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio ha però chiesto al medico di guardia e agli infermieri, nonché al primario, Marco Fasolino, una relazione dettagliata sullo stato di salute della signora e sui minuti che hanno preceduto il gesto estremo. Sarebbero da escludere, comunque, eventuali responsabilità. In neurologia, così come in tutti gli altri reparti ad esclusione della psichiatria, le responsabilità dei sanitari non attengono anche alla stretta sorveglianza. Medici ed infermieri devono coordinare rispetto alla sicurezza generale, non all’incolumità personale così come potrebbe essere per un malato di mente.

Alcune persone presenti domenica mattina in ospedale hanno riferito dell’assoluta repentinità del gesto. Annamaria Ciarallo pare non avesse dato segnali d’allarme. Le compagne di stanza, riferiscono fonti interne, credevano addirittura che la donna fosse scesa a messa. Dai piani inferiori, invece, si è assistito in tempo reale al suicidio. Dalle finestre dell’urologia un infermiere avrebbe infatti visto volare qualcosa fuori dalla finestra, e affacciandosi ha capito che purtroppo si trattava di una persona.

Il recupero del corpo, comunque, non è stato semplicissimo. La donna è precipitata sulle inferriate delle caldaie. Un gesto che ha turbato non poco le centinaia di persone, tra ricoverati e visitatori, presenti domenica mattina in viale San Francesco.

Salvatore D’Angelo

Alfonso T. Guerritore

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