Sud, alla direzione Dem le priorità di De Luca

Fondi Ue: «Occorre una rendicondazione rigorosa. Chi governa è responsabile» Ma l’attacco del governatore al giornalista Gomez imbarazza il premier

SALERNO. La platea comprende i sindaci e i governatori Pd del Sud d’Italia, e tutti i dirigenti dem perché l’annuncio è di quelli importanti: un piano per il Meridione. Anzi, «un masterplan - come lo ha chiamato Matteo Renzi - con proposte concrete da presentare intorno al 15-16 settembre prima della legge di stabilità», così da poter stanziare i fondi.

Dopo la pubblicazione del rapporto Svimez, sul quale De Luca scivola chiamandolo «rapporto Isveimer» facendo riferimento all’istituto fallito vent’anni fa, che ha bollato il Sud come il fanalino di coda della ripresa, il premier lancia quindi la campagna d’autunno e dice: «Il problema del Mezzogiorno oggi non è la mancanza dei soldi, ma la mancanza della politica. Dobbiamo rottamare il piagnisteo e risolvere problemi». E aggiunge: «È inutile fare dibattiti politici infiniti su di chi è la colpa. L’hashtag per il Mezzogiorno è #zerochiacchiere».

Il neo governatore della Campania è in sintonia. E alla direzione snocciola la sua ricetta e anche un po’ di cabaret in salsa deluchiana quando colpisce il direttore de ilfattoquotidiano.it, Peter Gomez defininendolo «un consumatore abusivo di ossigeno» e imbarazzando anche il Premier. Cabaret a parte, per l’ex sindaco di Salerno, nel Sud c’è «un sistema sociale extra-legale fondato sul presupposto che non esiste un’autorità pubblica. Noi abbiamo l’opportunità di presentare una classe dirigente meridionale non stracciona» e serve proprio una classe dirigente «non orientata a utilizzare lo Stato come luogo della clientela politica di massa, ma come luogo della soluzione dei problemi». Per De Luca, «la questione meridionale è scomparsa dalla scena politica nazionale da venti anni» e ciò è dovuto a diversi motivi, tra i quali la scomparsa dei «grandi soggetti politici, l’affermazione leghista, di un senso comune leghista» e di «una questione settentrionale che è vera e da considerare con l’attenzione necessaria». Ma ciò è accaduto - spiega - anche «per responsabilità di tanta parte della classe dirigente meridionale». Così occorre «Riproporre il vincolo per i grandi gruppi imprenditoriali di destinare gran parte investimenti a Sud. Credo che su Finmeccanica, Fincantieri, Eni, Enel, occorre decidere che il 60-70% dei nuovi investimenti siano orientati sul Sud, altrimenti facciamo solo liturgie». Fondi, come quelli Europeii sui quali, dice il governatore «abbiamo fatto un delitto, sui Por (Programmi operativi regionali) 2007-2013 le somme vive investite sono state non più del 20%.Non ci deve esser più un euro che arrivi al Sud senza una rendicontazione rigorosa e chi governa deve essere chiamato a rispondere». E a chi pavetava fibrilliazioni all’interto del partito, De Luca spiega: «Se qualcuno si aspettava che ci dividessimo sulle questioni del Sud, si disilluda, è una questione che ci vede uniti». E sulla questione Merionale Renzi, pur senza scendere nei dettagli, tocca il tema caldo delle infrastrutture: «È fondamentale portare l’alta velocità in Calabria. È la principale infrastruttura realizzata in questi anni. Era altro che si fermava a Eboli, ma non può farlo l’alta velocità». Il premier sottolinea anche che lo Sblocca Italia «consente di recuperare tre anni sulla Napoli-Bari».

L’idea di questo nuovo corso per il Mezzogiorno viene bocciata via Twitter da Renato Brunetta: «Sul Sud mai sentite tante banalità e luoghi comuni insieme. Ghost writers in vacanza?», dice ironico il presidente dei deputati di Forza Italia. Ma per il segretario del Pd questi sono i soliti gufi. «Non valorizzare oggi dei dati positivi della ripresa al Nord ma anche al Sud non è solo da gufi è anche da persone che non aiutano la propria terra. Ci sono dei Sud che funzionano, che hanno dati positivi».

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