«Subito un consiglio comunale sul porto»

Esponenti di maggioranza e di opposizione d’accordo sulla necessità di una presa di posizione contro l’accorpamento

La questione del possibile accorpamento dell’Autorità portuale di Salerno a quella di Napoli potrebbe diventare ben presto argomento di un Consiglio comunale. È giudizio di molti eletti, infatti, che la questione debba essere discussa e, soprattutto, che bisogna prendere una posizione chiara in merito. È quella maggioritaria è, naturalmente, contraria a tale riforma. «Sotto l’aspetto funzionale sono contro l’accorpamento – dice il consigliere di “Progressisti per Salerno” Nino Criscuolo – Tuttavia va fatto un distinguo; non sono contro questa misura in generale ma per il fatto che conosco la realtà di Napoli. L’autorità è stata commissariata per quattro anni, c’è un forte deficit, le aziende non pagano gli anni di concessione. Salerno, invece, sebbene all’inizio vi fu una grande battaglia per la preoccupazione di avere qui l’Autorità portuale, dopo diciassette anni ha reso chiari i benefici di una simile struttura ed infatti in tanti si sono ricreduti».

Il consigliere, esperto in materia, delinea un quadro un po’ più ampio. «Siamo attualmente in una fase ancora embrionale – chiarisce – ma è giusto assumere una posizione forte rispetto all’autonomia e nel caso non si mantenga, essere in grado di governare il processo. La cosa più preoccupante, però, è la modifica della legge 84 del 1994, sul regolamento delle attività all’interno dei porti. Tale modifica, infatti, coinvolge le autonomie e i poteri degli enti locali».

I consiglieri possono intervenire? «L’assise può fare una raccomandazione ma tenendo presente tutta la legge. Già in passato volevo presentare un ordine del giorno sull’argomento, ma la cosa si è arenata. C’è da fare un ragionamento ampio ed articolato». Insomma, c’era già chi da tempo si stava preoccupando di quello che il Governo aveva in mente di fare. Come il consigliere di centrodestra Roberto Celano che non perde l’occasione per lanciare stoccate. «È paradossale – dice – che con Matteo Renzi premier e Vincenzo De Luca presidente della Regione, Salerno perda questa grande opportunità. Sono sempre stato contrario all’accorpamento perché penso penalizzi fortemente la città. Ci sono delle responsabilità politiche per tutto questo che non possono essere sottaciute. Mi impegnerò nuovamente per riuscire a portare l’argomento in Consiglio comunale affinché tutti si prendano un impegno forte per scongiurare tutto questo».

La necessità che l’istituzione Comune prenda una posizione ufficiale è sentita da tutti, al di là delle appartenenze politiche. «Bisogna lasciare al territorio lo spazio per le scelte – commenta il capogruppo di “Salerno per i giovani” Angelo Caramanno – Bisogna esprimere in qualsiasi modo una volontà comune, bisogna uscire compatti al di là degli strumenti usati e delle appartenenze. È giunto il momento di fare scelte importanti che vuol dire difendere l’autonomia di Salerno». Anche il consigliere Antonio Cammarota ha un’idea ben precisa di cosa significhi questa decisione del Governo. «Un conto è ottimizzare i costi in un progetto strategico di ampio respiro altro è compensare le inefficienze di sistema con le eccellenze specifiche come quella di Salerno. A me pare che abbia ragione Gallozzi che rappresenta certamente un interesse privato ma proprio per questo determinante». Insomma, dall’accorpamento trarrebbe beneficio solo Napoli che ha gravi deficit, mentre Salerno rischierebbe di bloccare il suo sviluppo. Ne è convinto anche il presidente della commissione Annona, Felice Santoro. «Il porto rappresenta una delle poche ricchezze che abbiamo e con l’accorpamento rischiamo di perdere su tutti i fronti. È evidente che ci sono delle problematiche anche se bisogna vedere bene i dettagli della legge – commenta – Non so cosa potremmo fare materialmente noi come consiglieri comunali perché sono convinto che la vera battaglia la si debba fare a livello regionale. Da questo punto di vista, mi pare, che ci sia un impegno diretto del vicepresidente Fulvio Bonavitacola». Bonavitacola che, da ex presidente dell’Autorità, ha anche l’esperienza giusta per avanzare eventuali critiche. Insomma, la questione dell’accorpamento crea malumore e fa molto discutere anche se, probabilmente, tutto questo andava fatto prima.

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