Su villa Rufolo è scontro tra Amalfitano e Cioffi

Al centro della discussione l’utilizzazione dell’aria condizionata durante il festival Ma pesano le divergenze politiche tra direttore e responsabile della sicurezza

RAVELLO. Alta tensione a villa Rufolo dove il direttore Secondo Amalfitano si è scontrato con il coordinatore per l’emergenza del Ravello Festival, Raffaele Cioffi.

Al centro del contendere la disattivazione dell’impianto di aria condizionata negli ambienti della villa. Pare infatti che Cioffi, per salvaguardare l’impianto elettrico e garantire il buon andamento del festival di Ravello, avrebbe voluto che l’impianto di condizionamento dell’area presente nella villa Rufolo fosse staccato, senza però tener conto che le competenze di tale impianto spettano alla ditta manutentrice della villa stessa.

Un diverbio duro tra i due che sullo sfondo, però, ha una differenza di vedute politiche. Tornando ai fatti pare che Amalfitano ritenesse che l’utilizzo dell'impianto di condizionamento non creasse alcun pericolo per la buona riuscita del concerto previsto nel palinsesto del festival, che pure utilizza in caso di necessità l’impianto elettrico di villa Rufolo. Lo stesso presidente Amalfitano ha voluto gettare acqua sul fuoco sull’accaduto.

«C’è stata semplicemente un’incomprensione, una diversità di vedute come capita in qualunque associazione o famiglia. L’impianto elettrico di villa Rufolo è gestito dalla villa e con il festival non c’entra nulla. Il festival prende dell’energia quando necessario dalla villa e tutti gli interventi sugli impianti di villa Rufolo sono di competenza della ditta manutentrice. In particolare, l’impianto di condizionamento si accende dalla stanza del direttore di villa Rufolo, qualsiasi manovra esterna è assolutamente non normale, mettendo a repentaglio il funzionamento dello stesso».

Ancora: «Quindi, se chiunque esterno alla villa voglia effettuare una qualunque manovra, come anche lo stesso architetto Cioffi, non può, non è sua competenza e non ha nessun titolo per farlo. Peraltro l’impianto è gestito dal direttore che era al suo posto per poterlo controllare tranquillamente. Nel momento in discussione l’assorbimento energetico del complesso incluso il concerto era di 113 amps su un limite massimo di 160 amps, quindi era tutto sotto controllo e non c’era alcun pericolo».

L’architetto Raffaele Cioffi ha preferito non commentare l’accaduto, etichettato l’episodio come un qualcosa che va dimenticato il più velocemente possibile. Ora la palla passa ai vertici della Fondazione, che hanno fatto sapere che, dopo aver sentito le parti in causa, prenderanno eventuali decisioni. Una brutta storia comunque.

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