Su Scarano verifica fiscale sospetta

Qualcuno avrebbe aiutato monsignor Nunzio Scarano a eludere le verifiche fiscali sui suoi movimenti finanziari e sul patrimonio milionario distribuito tra conti correnti e beni mobili e immobili. È l’ultimo fronte investigativo aperto sull’ex contabile dell’Apsa dalla Procura di Salerno, un filone d’inchiesta concentrato su un accertamento fiscale che secondo gli inquirenti avrebbe potuto svelare già anni fa un’evasione tributaria e che invece sarebbe stato insabbiato. Di questo accertamento sarebbe stata oggetto, tra l’altro, la compravendita di un garage nel centro storico, acquistato dal sacerdote tramite l’intermediario Giorgio Genovese. Anche lui è iscritto sul registro degli indagati con l’ipotesi di concorso in evasione fiscale, per aver consentito che nell’atto notarile l’immobile fosse dichiarato di un valore di molto inferiore al reale prezzo di acquisto. Ma la verifica fiscale, secondo le indiscrezioni, avrebbe riguardato anche altre operazioni, salvo concludersi senza esito con un epilogo che gli inquirenti giudicano sospetto. Un intreccio su cui si è posata adesso l’attenzione dei finanzieri del nucleo tributario e che potrebbe portare, subito dopo la pausa estiva, a nuovi avvisi di garanzia.

Per la prossima settimana si attende anche il deposito della perizia medica sulle condizioni di salute del monsignore. Da questa perizia, affidata dal giudice delle indagini preliminari di Roma a due medici legali, dipende l’esito della richiesta di scarcerazione inoltrata dai legali del prelato. Secondo la consulenza di parte presentata dagli avvocati Sica e Caroleo Grimaldi, lo stato di salute di Scarano sarebbe incompatibile con la detenzione in carcere. Per questo ne chiedono il trasferimento ai domiciliari, su cui il gip si pronuncerà entro fine mese. Intanto il religioso sta continuando a scrivere memorie e appunti e presto potrebbe inviare al Pontefice una nuova lettera con la sua verità. (c.d.m.)

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