Stupro a Santa Teresa, parla la vittima

La giovane donna chiamata a raccontare la notte da incubo davanti al giudice e ai due presunti aggressori

Dovrà ricordare ancora una volta cosa avvenne quella notte, ripercorrere i momenti in cui due suoi connazionali la avvicinarono sulla spiaggia di Santa Teresa e poi, a turno, abusarono sessualmente di lei. Dovrà testimoniarlo, stavolta, davanti al gip Renata Sessa che ha acconsentito all’incidente probatorio per l’assunzione di una prova cardine, urgente e non rinviabile al dibattimento, contro i due marocchini, Makkak Radouine, 38 anni, e Raziqi Hassan, 40, detenuti in carcere a Vallo della Lucania con l’accusa di concorso in violenza sessuale. All’incidente probatorio si è arrivati perché la vittima – una giovane marocchina domiciliata a Salerno – pur non essendo minorenne, si trova in una situazione di particolare vulnerabilità e, soprattutto, per le condizioni in cui la trovarono i carabinieri, in compagnia di uno dei due indagati, cioè di colui che, la notte prima, dopo averla avvicinata con la scusa di bere una birra, l’aveva violentata. All’interrogatorio assisteranno anche i due marocchini, difesi dagli avvocati Gerardo Cembalo e Claudia Pecoraro, per quello che è un confronto tra accusatrice ed accusati.

L’udienza è fissata per la prima decade di luglio, a meno di due mesi dalle violenze. In questo modo la ricostruzione degli eventi dovrebbe essere più nitida nei ricordi che se fosse trascorso altro tempo.

Si cercano conferme o smentite alle difese dei due indagati che hanno negato lo stupro: uno ha detto di trovarsi a Pontecagnano la notte del 17 maggio scorso, mentre l’altro ha negato lo stupro. Decisive sono le indagini sui telefonini dei marocchini che aiuteranno il pm Francesco Rotondo a ricostruire i loro spostamenti quella notte.

I fatti. La notte del 17 maggio la 31enne italo-marocchina decide di tornare in strada per comprare le sigarette e una bibita. È agitata perché ’indomani ha un esame a Roma. Si porta sulla spiaggia di Santa Teresa con il tablet per ripassare degli appunti. Si avvicina prima uno degli indagati – secondo il suo racconto – che le chiede una moneta. Il marocchino poi ritorna con un amico. Sono ubriachi. Lei prova a liberarsene, ma insistono. Allora sgancia 50 euro e i due vanno a comprare delle birre. Poi la situazione precipita. I carabinieri la ritroveranno il giorno dopo a Pontecagnano in compagnia di Radouine in evidente stato confusionale. Ed è questa la ragione principale che ha spinto il gip Sessa a chiedere l’acquisizione anticipata della prova, interrogandola alla presenza del suo difensore, l’avvocato Marco Martello, e dei due presunti stupratori. C’è, infine, attesa sulla decisione della Cassazione sul ricorso proposto dai legali di Radouine e Hassan contro la misura cautelare in carcere, dopo che i giudici del Riesame di Salerno avevano rigettato la richiesta di scarcerazione.

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