Studio epidemiologico Gli operai si fanno avanti

La richiesta al dipartimento di Prevenzione dell’Asl arriva dagli stessi dipendenti Il comitato “Salute e Vita”: «Bene, ma partecipino anche i lavoratori in pensione»

SALERNO. Vogliono vederci chiaro anche loro: i lavoratori delle Fonderie, congiuntamente alla Cgil, hanno richiesto, nella giornata di ieri, di poter partecipare allo studio epidemiologico Spes-Fonderie Pisano, in fase di avvio in questi giorni. Sono stati gli stessi rappresentanti degli operai dello stabilimento a inviare tale desiderio direttamente al direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Salerno, Domenico Della Porta: «Visto che la Regione Campania ha finalmente fatto partire questa indagine epidemiologica – ha commentato Anselmo Botte della Cgil – crediamo sia opportuno che si faccia anche sui lavoratori, che pure sono già sotto stretto controllo da parte del medico d’azienda e che annualmente compiono già la loro serie di analisi. Essendo però la prima indagine di proporzioni e di accuratezza così ampia, riteniamo che i lavoratori debbano essere inseriti nel campione da porre sotto esame».

Una partecipazione che sarebbe la prova definitiva, secondo sindacati e maestranze, che i problemi della Valle dell’Irno non derivano esclusivamente dall’attività delle Fonderie. «Si sentono sani e sicuri – continua Botte – come hanno sempre sostenuto, quindi non hanno alcun tipo di problema nel sottoporsi a dei controlli più approfonditi». La notizia della richiesta da parte dei dipendenti è stata commentata anche dal portavoce del comitato “Salute e Vita”, Lorenzo Forte: «La volontà dei lavoratori di partecipare a questo studio è da prendere con molta positività – ha affermato il portavoce – Vorremmo però che vengano presi non solo gli attuali lavoratori ma anche i pensionati o coloro che hanno lavorato in Fonderia negli ultimi dieci anni, dato che le patologie legate alle malattie professionali o ad altre patologie tumorali, possono insorgere anche anni dopo. Vogliamo tutelare i lavoratori così come i residenti della Valle perché crediamo e crederemo sempre siano due facce della stessa medaglia».

Capitolo dissequestro. «Andiamo avanti per la nostra strada, che è quella della delocalizzazione e della cassa integrazione» ha dichiarato invece Botte sull’argomento che ha visto ieri l’ennesimo no, con la valutazione negativa del piano industriale riconfermata dal giudice per le indagini preliminari dopo il primo parere della Procura. «Valuteremo nuove azioni insieme ai lavoratori – conclude Botte – ma per ora vogliamo capire bene cosa intende la Procura con un “incompleto e non particolareggiato piano industriale”. Attendiamo ora la convocazione della Regione per cercare di avere la cassa integrazione».

Emilio D’Arco

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