Studenti ciceroni per i turisti

Sono circa 150 i ragazzi che accompagneranno i visitatori nei tour “luminosi”

Le guide turistiche? Ben 150 studenti provenienti da tre diversi istituti salernitani. Il banco di prova? “Luci d’Artista”. A mettere per qualche ore da parte quaderni e libri, in favore di microfono, mappe e apposite casacche da “cicerone” saranno gli alunni del “Regina Margherita”, del “Virtuoso” e, per la prima volta, del “Santa Caterina da Siena”. Obiettivo del progetto, come ha sottolineato il sindaco facente funzione, Vincenzo Napoli, è quello di «offrire ai ragazzi l’opportunità di effettuare un’esperienza sul campo, integrando il momento formativo con quello del lavoro attraverso l’applicazione sul territorio delle competenze acquisite». La work experience comprende due tipologie di tour: in forma itinerante e on demand. La prima azione prevede che gli studenti illustrino le installazioni dell’evento “Luci d’Artista” ai visitatori che ne fanno richiesta, mentre i tour on demand vuole andare oltre, aggiungendo al percorso turistico anche singoli monumenti o siti del centro storico.

A tale scopo i ragazzi verranno divisi in team con una specifica zona di competenza nella quale svolgere l’attività, tra queste: l’infopoint di corso Vittorio Emanuele, piazza Vittorio Veneto (stazione), largo Campo, piazza Abate Conforti, piazza Portanova, la Villa comunale, via dei Mercanti e le stazioni della metropolitana. «Formiamo i ragazzi attraverso il racconto degli allestimenti e della storia di Luci d’Artista 2015 – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Ermanno Guerra – ci sembra un modo importante per coinvolgere gli istituti scolastici e per preparare i cittadini del futuro in una città che é diventata turistica». A partire già da questo weekend i piccoli “ciceroni” accompagneranno chiunque ne faccia richiesta. Entusiasti i dirigenti Gianfranco Casaburi (“Virtuoso”), Anna Rita Carrafiello (“Santa Caterina da Siena”) e Virginia Loddo (“Regina Margherita”) che hanno concordato sulla doppia valenza del progetto, «da una parte quella di preparare i giovani ad un primo contatto con il lavoro e, dall’altra, di stimolare un senso di responsabilità verso il patrimonio culturale della città».

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