Il Liceo artistico "Levi" di Eboli

EBOLI

Studente gay vittima di omofobia: minaccia il suicidio / VIDEO

Deriso e insultato dai compagni, ha scritto in rete: “La voglia di farla finita”. Il preside del liceo artuistico "levi" nega. La trasgender Rebecca: «Sono disgustata»

Un caso di omofobia, la vittima è uno studente del liceo artistico “Carlo Levi”. A denunciarlo è la transgender ebolitana Rebecca De Pasquale, conosciuta al grande pubblico per la partecipazione alla trasmissione “Grande Fratello 14”. «Eboli, cambia mentalità!», dichiara Rebecca nella diretta web. L’attacco, diretto e senza mezzi termini, è a quella sparuta rappresentanza di suoi concittadini che ha preso di mira il quindicenne, oggetto di frasi offensive e di scherno per la sua omosessualità. Bullismo anti gay è detto. «È vergognoso, da ebolitana mi sento schifata», denuncia nel video che è subito divenuto virale in rete.

«La voglia di farla finita, sta dalla mia parte». È stato questo post, pubblicato dal quindicenne ebolitano, il campanello di allarme. Deriso per il suo modo essere e di vestire, dopo gli ennesimi insulti, ha pensato di farla finita. Gli sono stati vicini le persone care, la mamma e un’amica. È stata quest’ultima a sfogarsi con la transgender e a chiedere il suo aiuto. «Va lasciato vivere libero di fare quello che vuole perché non da fastidio a nessuno», commenta Rebecca. La transgender poi chiama in causa la scuola e, in modo specifico, il preside del liceo artistico, Giovanni Giordano: «Facesse aprire la mente al “gregge” quando varca l’ingresso della scuola». Che replica: «Non ho avuto segnalazioni di episodi di omofobismo nel nostro liceo - spiega al telefono il preside - la nostra è una scuola aperta alle diversità e non solo a quelle di genere». Il dirigente fa riferimento ad alcuni progetti, in collaborazione con il Comune e il Piano di Zona per i servizi sociali, e la presenza a scuola di due psicologi. Il ragazzo è arrivato al liceo “Carlo Levi” a settembre e all’inizio ci si sono avuti dei problemi di adattamento. «Sicuramente sì, ma sono stati affrontati e risolti». L’unico appunto fatto è stato sull’abbigliamento: «Ho chiesto compostezza, ma a tutti gli alunni, senza distinzione di genere», precisa Giordano.
Nella diretta vista da oltre 16mila utenti, la transgender ebolitana che oggi vive in Toscana, fa riferimento anche alla possibile ipocrisia dei suoi concittadini. Soprattutto in riferimento alle manifestazioni di affetto che le riservano quando torna in città. «Devo credere che è pura falsità?», si chiede. «Quanto denunciato dalla mia amica Rebecca è di una gravità assoluta - posta sul suo profilo il sindaco di Eboli, Massimo Cariello- certi atti di bullismo e simili episodi discriminatori vanno condannati sempre». Cariello si schiera dalla parte dello studente vessato, spiegando che la sua comunità, quella da lui amministrata, è «formata da tantissima gente perbene che non farà mai mancare al giovane il proprio sostegno».
L’elemento scatenante è stato il commento sulla sua pagina social di un alunno del liceo, di qualche anno più grande del quindicenne, a una foto scattata in un locale ebolitano dov’era in corso una festa e nella quale era ritratto il ragazzo gay. Un caso di cyberbullismo. Il post è stato subito rimosso e l’autore si è scusato con la scuola. Non si sa se si è giustificato con il ragazzo e la sua famiglia. Dopo quel post, intanto, c’è stato un susseguirsi di reazioni di condanna, compresa quella di Rebecca, che ha trascinato nel vortice mediatico purtroppo anche il liceo. Reazioni sono arrivate anche da oltreoceano, dal Texas. La stragrande maggioranza dei cibernauti si è schierata con il ragazzo, esortandolo ad andare avanti e a vivere la propria vita senza curarsi di chi lo addita.

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