Stroncato da un infarto durante il pellegrinaggio

Il 57enne di Buonabitacolo stava raggiungendo il Santuario del Sacro Monte Il malore mentre si era fermato a pregare. Inutili tutti i tentativi di rianimarlo

NOVI VELIA. Muore mentre va in pellegrinaggio al santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia. È accaduto ieri mattina: Daniele Galato, 57 anni, originario di Buonabitacolo, era partito dal suo paese di residenza, con un gruppo di amici della compagnia religiosa del centro valdianese per trascorrere una giornata di preghiera. 

Giunto nei pressi del santuario del Sacro Monte, il gruppo si è sciolto lasciando il 57enne da solo in una delle tappe di preghiera che anticipano l'ingresso alla chiesa. All’improvviso altri pellegrini presenti nei pressi della sommità del Gelbison hanno notato l’uomo accasciarsi al suolo. A quel punto sono intervenuti per soccorrerlo ed uno in particolare, vedendolo in arresto cardio-circolatorio gli ha praticato il massaggio cardiaco, per circa 40 minuti, quindi la respirazione bocca a bocca ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Daniele Galatro è deceduto di lì a poco, intorno a mezzogiorno. A nulla è valso neppure l’intervento della guardia medica del santuario presente all’interno del sito religioso la domenica, che ha cercato di rianimare l’uomo con il defribillatore, di cui è dotata la struttura.

Sul posto, per i rilievi del caso, i carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania, diretti dal capitano Alessandro Starace.

La salma dell’uomo, una volta constatata la morte per cause naturali, è stata messa a disposizione dei familiari per permettere lo svolgimento dei funerali, che si terranno presumibilmente nella giornata di oggi.

È possibile che a rivelarsi fatali per l’uomo possano essere stati due fattori: l’intenso caldo dell’ora di punta e l’altitudine, considerando che il santuario della Madonna del Sacro Monte, dedicato agli angeli, è posto sulla sommità del monte Gelbison, a 1705 metri sul livello del mare.

L'uomo, molto devoto, si era recato in visita al santuario in quanto, per tradizione, i pellegrini, ogni anno, in estate, portano un Gesù bambino di cera. Stupiti e increduli dell’accaduto i compagni di viaggio della persona deceduta che, partiti per trascorrere una tranquilla giornata nel segno della devozione e della preghiera, hanno dovuto fare i conti con un inaspettato e tragico destino.(a.p.)

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