LA STORIA

Striscione contro patron Lotito: «L’ultrà assolto va processato»

La cassazione ribalta la decisione del gup

SALERNO - Una data scolpita nella memoria. Non c’è neanche bisogno di andare troppo indietro nel tempo. Il viaggio si ferma a poco più d’un anno e mezzo fa, a quel 12 settembre del 2020 che sembrava rappresentare il punto di non ritorno nel rapporto fra ultras della Salernitana, squadra e società. E che invece fu probabilmente la giornata della svolta, il momento in cui tutto ruotò dando il via a una fantastica cavalcata conclusa, lo scorso 9 maggio, con la terza storica promozione in serie A del cavalluccio marino. In una assolata domenica pomeriggio, gli ultras della Salernitana decisero di restituire pan per focaccia all’allora co-patron Claudio Lotito: in cinquanta fecero irruzione all’Arechi, interrompendo il test amichevole anzi, l'allenamento congiunto, neologismo ormai consumato per definire le “partitelle” senza gli arbitri ufficiali inviati dalla Figc - con la Virtus Francavilla per lanciare decine di palloni. Un gesto simbolico e fortissimo nei confronti del “pres” che, più e più volte, aveva accusato gli aficionados dell’ippocampo: ché senza di lui, senza l’imprenditore presidente della Lazio venuto dalla Capitale, non ci sarebbero state neanche le “sfere” per gli allenamenti.

«Eccoli i tuoi palloni, ora vattene fuori dai c...», lo striscione a firma Direttivo Salerno che fu esposto mentre coi calciatori increduli e fermi in mezzo al campo - piovevano decine e decine di palle sul terreno di gioco. E già allora la giustizia non stette a guardare: nelle settimane successive, infatti, piovvero decine di Daspo per i protagonisti di quel blitz arrivato a pochi giorni dalla “prima” della squadra di Fabrizio Castori che, proprio da quell’episodio, trovò la forza per compattarsi e (ri)conquistare il pubblico ancora scottato dalla mancata qualificazione ai playoff promozione dell’agosto precedente. Sembrava tutto finito. E, invece, adesso quest’episodio simbolico del calcio all’ombra del Castello d'Arechi è finito persino in Cassazione dove il presidente della Terza Sezione, Luca Ramacci, ha deciso di rimettere tutto in gioco per un supporter della Salernitana, una delle guide della Curva Sud Siberiano che, dopo l’assoluzione da parte del gip del tribunale di Salerno, dovrà tornare in aula per difendersi. La Procura di Salerno, infatti, aveva presentato appello contro la decisione del giudice per indagini preliminari che aveva rigettato la richiesta di decreto penale di condanna per l’ultras granata, accusato di aver violato l’articolo 2 bis del decreto legge del 2007 che prevede il divieto di esporre negli impianti sportivi striscioni o cartelli incitanti alla violenza o che riportano minacce e ingiurie. Violazioni che per la legge sono punibili con l’arresto e una pena da tre mesi fino a un anno. Nel mirino, dunque, non è finita di nuovo l’irruzione allo stadio né la “pioggia di palloni” ma quello striscione offensivo nei confronti di Lotito che per il gip «non poteva essere ricondotto ad alcuna fattispecie criminosa» e la cui esposizione «non è idonea a determinare un effettivo pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico ».

Tesi che, invece, è stata “smontata” dai giudici della Cassazione che hanno evidenziato un “errore procedurale” in quanto il gip non avrebbe considerato la norma che punisce chi introduce messaggi “minacciosi” all'interno degli stadi: «Si rivelano del tutto inconferenti rispetto alla contestazione le motivazioni rese dal gip salernitano in ordine alla ritenuta inconfigurabilità di un effettivo pericolo ravvisabile nella condotta in esame all'ordine e alla sicurezza pubblica », si legge nella sentenza della Cassazione con i giudici che, «rivelato il vizio di violazione di legge», hanno accolto il ricorso della Procura di Salerno inviando tutti gli atti all’ufficio gip del tribunale di Salerno. Adesso un altro giudice per le indagini preliminari dovrà esprimersi sulla vicenda, tenendo con il fiato sospeso l’ultras della Salernitana che, dopo essersi visto assolvere per la vicenda dei palloni restituiti a Lotito, ora rischia di dover affrontare un processo.

(al.mo.)