Straripa il fiume MingardoDevastata spiaggia a Palinuro

A pochi giorni dal riconoscimento di Pollica quale perla del turismo balneare nazionale, un’altra località importante del Cilento, il comprensorio tra Palinuro e Marina di Camerota, è sotto scacco. Da giorni gli imprenditori, gli operai, gli addetti del settore turistico, insieme a diversi amministratori locali dei Comuni di Camerota e Centola-­Palinuro sono entrati in stato di agitazione

Straripa il Mingardo, spiaggia invasa dal fango. E’ accaduto mercoledì sera a Palinuro: improvvisamente le acque del fiume hanno rotto gli argini invadendo la spiaggia nei pressi dell’Arco Naturale e arrecando danni agli operatori turisti locali. Ombrelloni e sdraio trasportati via dalla corrente, ma anche pontili galleggianti e imbarcazioni.

Sul piede di guerra gli operatori turistici che non risparmiano accuse al presidente del Parco Nazionale del Cilento e  Vallo di Diano Amilcare Troiano. «Il Parco - scrivono in una nota congiunta - ha rallentato numerosi iter burocratici, volti a garantire l’attrezzamento delle spiagge per i turisti e la messa in sicurezza del fiume Mingardo. Tutto è fermo». Ma in prima linea a prendere le difese dei propri concittadini è il primo cittadino Romano Speranza, che mercoledì si è recato alla foce del fiume per verificare i danni prodotti dallo straripamento. «E’ una situazione paradossale - dice - causata dall’inettitudine dell’Ente Parco. Abbiamo chiesto da mesi di essere autorizzati ad effettuare dei lavori di pulitura della foce del fiume per favorire lo scorrimento delle acque ma, purtroppo, i tecnici hanno bloccato la pratica chiedendo una serie di documenti e progetti che se si volessero realizzare dovremmo lavorare mesi e mesi. Non hanno capito - continua Speranza - che qui si tratta di un’emergenza. Spero non si ricordino di noi solo dopo che si sia verificata una tragedia come ad Atrani». «Dobbiamo uscire immediatamente dal Parco -anticipa Speranza - non c’è convivenza pacifica tra le esigenze della comunità locale e le norme ambientali, generiche ed astratte, del parco nazionale che non tengono conto minimamente dei preesistenti insediamenti umani sul territorio». Speranza punta il dito anche contro la Regione: «Abbiamo presentato alla Regione un progetto per la valorizzazione e gestione della foce del fiume ma nonostante il parere favorevole del Parco non abbiamo mai ricevuto risposta». Intanto gli operatori turistici minacciano: «Non staremo a guardare... Se il Parco continuerà a lavorare senza tener conto delle esigenze dei cittadini scenderemo in piazza e faremo valere i nostri diritti».

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