Strangola la madre, arrestato 42enne 

Gaetano Caraccio l’ha uccisa dopo l’ennesima lite nella casa al Parco delle Magnolie. L’allarme dato da un vicino

Strangola la madre in un momento di follia. Vittoria Natella, 74 anni, è stata trovata senza vita nella stanza da letto. Il principale indiziato del delitto è suo figlio, Gaetano Caraccio, 42 anni, fermato ieri dai carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal maggiore Erich Fasolino.
La tragedia è avvenuta venerdì sera in una palazzina di via Clemente Tafuri, nel parco delle Magnolie. La donna, vedova da diversi anni, sarebbe stata soffocata con la cintura di un pantalone. A portare i carabinieri in quell’appartamento è stata una chiamata giunta ieri, poco dopo le 9, al numero di emergenza 112. L’interlocutore si lamentava che provenivano rumori molesti dall’abitazione al terzo piano. Non tutti gli inquilini hanno dato peso al trambusto perché – come raccontato da alcuni di loro – il figlio è un tipo “un po’ strano” e le urla non rappresentavano una novità.
Ed è proprio sulla personalità del presunto assassino che ruotano le indagini. Da ciò che si capisce, ascoltando i racconti dei vicini, il quarantaduenne non andava proprio d’accordo con le altre famiglie del palazzo. Sedici nuclei in tutto. C’erano spesso litigi e, pare, l’arrestato avesse la fastidiosa abitudine di andare a suonare i campanelli. C’è addirittura chi, se lo sentiva nelle scale, evitava di uscire perché l’arrestato incuterebbe timore. Caraccio era tornato a vivere a Battipaglia da circa un lustro. In zona parlano di un suo periodo all’estero. Segnatamente in Germania per lavoro. Dal suo rientro in Italia si occupava della madre.
Dagli accertamenti medico-legali, l’omicidio è avvenuto due sere fa. Sul corpo della donna che aveva problemi di natura psichica, è stato eseguito un primo esame esterno. La salma, su disposizione del pm di turno alla procura di Salerno, è stata sequestrata e portata all’obitorio dell’ospedale di Battipaglia. Sul luogo del delitto, invece, hanno lavorato fino al tardo pomeriggio i carabinieri della sezione scientifica. Ogni piccolo dettaglio è stato rilevato. La chiave per la soluzione dell’omicidio sarebbe nel rapporto tra madre e figlio. La prima viene descritta come una figura paranoica, il secondo era molto attaccato a lei quasi in modo viscerale. Venerdì sera si pensa abbiano discusso, forse litigato e battibeccato a lungo. Il figlio, poi, ha perso lucidità e, sopraffatto da un improvviso istinto di pazzia, ha stretto la cinta dei pantaloni al collo della madre fin quando non ha smesso di respirare. In tarda serata, il figlio, che è in carcere a Fuorni, ha reso dichiarazioni autoaccusatorie benché si presenti disorientato.
Massimiliano Lanzotto
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