IL FATTO

Strage sul bus Periti al lavoro

L’incidente del 28 luglio sulla Canosa-Bari che portò alla tragedia: si verifica l’impatto con le auto

Completare la successione di urti provocati dal bus prima di precipitare dal viadotto. Con questo incarico i periti nominati dalla Procura di Avellino sono tornati oggi nel deposito giudiziario di Mercogliano dove sono custoditi tutti i veicoli coinvolti nell’incidente del 28 luglio scorso, avvenuto lungo l’autostrada A16 Napoli-Canosa nel tratto Avellino Ovest-Baiano. Le operazioni sono cominciate su quelle auto che non vennero visionate nel corso del sopralluogo del 28 agosto scorso. Domani i consulenti torneranno sul viadotto Acqualonga per completare la perizia sulle barriere del tratto in direzione Napoli ancora sequestrato. «Siamo già a una fase avanzata della perizia - spiega un consulente di parte civile, Angelo Marra - bisognerà poi in laboratorio riportare i dati acquisiti sulla presenza dei corpi e dei reperti e creare la mappatura cinematica degli eventi». Punto focale delle perizie, che saranno condotte fino a mercoledì prossimo, l’angolo di impatto tra il bus e le barriere. «Le barriere vengono poste - aggiunge Marra - per consentire a un veicolo di rientrare in carreggiata. Dobbiamo capire perchè questo non è avvenuto». Costruito nel 1965, il viadotto Acqualonga, alto circa 25 metri, è stato revisionato negli anni 70 e le barriere sono state sostituite nel 1988-89. «La perizia servirà - conclude - a definire lo stato degli ancoraggi che non hanno tenuto».