Strage del bus, dall’autopsia le prime verità

Oggi l’esame sul corpo dell’autista. Giovedì gli interrogatori dei tre indagati. Migliorano i feriti

AVELLINO. Settimana cruciale per l’inchiesta sulla sciagura di Monteforte Irpino, dove nove giorni fa un pullman è precipitato dal viadotto della A16 provocando la morte di 38 persone. I primi risultati delle perizie disposte dalla Procura di Avellino saranno a giorni sul tavolo dei magistrati: il procuratore Rosario Cantelmo, insieme con i sostituti, Cecilia Annecchini e Armando , hanno chiesto ai consulenti di far luce su due principali aspetti dell’incidente: l’eventuale avaria meccanica del bus che, nonostante avesse superato nell’aprile scorso l’ultima revisione, aveva già percorso 900mila chilometri; la sicurezza delle barriere autostradali e la manutenzione del tratto dell’A16 teatro dell’incidente. Ulteriori utili elementi potrebbero venire dall’autopsia sul corpo di Ciro Lametta, l’autista del bus, che verrà eseguita oggi: il medico legale incaricato dalla Procura, Carmen Sementa, dovrà accertare le condizioni fisiche di Lametta al momento dell’incidente. Importanti anche le conclusioni a cui giungerà Alessandro Miele, l’ingegnere meccanico esperto di infortunistica stradale, che sta svolgendo accertamenti anche sulla carcassa del bus: il danneggiamento irrimediabile del cronotachigrafo rende più difficili le indagini ma il perito dovrà accertare se, come hanno pure affermato alcuni testimoni, il pullman abbia perso alcune parti meccaniche prima di sfondare il viadotto e precipitare. Ai raggi X del consulente, i due reperti, che apparterrebbero all’impianto di trasmissione, recuperati dalla Polstrada sulla carreggiata ad un chilometro dal punto finale di impatto. Quando saranno stati raccolti sufficienti elementi, cominceranno gli interrogatori dei tre indagati, che potrebbero cominciare giovedì: insieme a Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia di viaggio che aveva noleggiato l’automezzo, Michele Renzi, responsabile di tronco dell’A16, e Antonio Sorrentino, di Cava de’ Tirreni, responsabile della manutenzione del tratto, devono rispondere di concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

Intanto, dall’ospedale di Avellino, è stata dimessa ieri Lucia Frenna, 53 anni: aveva riportato una ferita alla testa. Migliora anche Clorinda Iaccarino, la 44enne di Pozzuoli che nella strage ha perso il marito e la figlia di 22 anni.