Strade fantasma, l’indagine si allarga

Chiuso il secondo filone sui pagamenti per lavori non eseguiti. Riflettori su arterie e scuole provinciali

Mandati di pagamento firmati non solo senza la verifica degli stati di avanzamento dei lavori, ma persino senza che quei lavori fossero mai iniziati e talora nemmeno progettati. L’inchiesta fu chiamata per questo “ghost road” (strade fantasma) e se per una parte di quei pagamenti è già incorso il processo, un altro filone d’indagine è adesso venuto a conclusione con la notifica di tredici avvisi di chiusura delle indagini. Destinatari sono gli imprenditori che beneficiarono del denaro pubblico, i funzionari della Provincia che autorizzarono i pagamenti e i cassieri di banca che secondo la Procura avrebbero concorso nel reato di riciclaggio pagando in contanti “a soggetto diverso dal formale beneficiario”. Le vicende riguardano lavori su strade e scuole di competenza della Provincia, negli anni dal 2007 al 2009. Negli atti dell’inchiesta si parla tra l’altro di un presunto intervento di manutenzione viaria per il quale 3 milioni e 445mila euro sarebbero stati pagati “in assenza di gara d’appalto, di lavori eseguiti, di atti contabili, di determine di approvazione degli stati di avanzamento dei lavori”. Ma per il sostituto procuratore Francesco Rotondo è solo una parte di un esborso milionario di cui avrebbero beneficiato imprenditori come Luigi Di Sarli, di Teggiano, già coinvolto nella prima tranche dell’inchiesta “ghost road” e in quella “due torri” sugli appalti truccati e la cordata guidata dai Citarella. Gli altri indagati in questo secondo filone sono gli imprenditori Antonio Di Sarli di Teggiani, Carmine Delle Donne di Giffoni Valle Piana (individuato quale prestanome di Luigi Di Sarli), Paolo D’Aloia di Teggiano, Michele Vicedomini di Nocera, Chiara e Francesco Cataldo di Eboli; i dipendenti bancari Angelo Truono (originario di Nocera e residente a Salerno) e Mario Giacobbe di Avellino; i funzionari provinciali Luigi Calenda di Salerno, Gerardo Volpe di Giffoni Valle Piana, Rosamaria Ambruso di Salerno, Alfonso Blasio di Angri. Le accuse vanno a vario titolo dal peculato al falso (relativo alla stesura mandati di pagamento), al riciclaggio (per i due bancari). In dieci (a eccezione degli imprenditori Cataldo e Vicedomini) rispondono anche di associazione per delinquere, un “sistema” illecito che per gli inquirenti sarebbe stato promosso e organizzato da Luigi di Sarli con la complicità di prestanome e dipendenti della Provincia.

Nelle carte dell’inchiesta si parla di esborsi per lavori pubblici che “giammai erano stati eseguiti” e di mandati di pagamento “riferiti a prestazioni radicalmente diverse e già regolarmente pagate”. Sotto i riflettori sono finiti interi lotti di manutenzione, relativi sia alla viabilità che alle scuole. Si citano la “strada del mare” a Battipaglia, la provinciale Agropoli-Trentova, l’sitituti tecnico ad Angri. Ma l’elenco è lunghissimo. (c.d.m.)

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