IL FATTO

Stop alla vespa killer, si ripopola l’arnia allestita alla Minerva

Regina e una nuova famiglia allevate a Castel San Lorenzo Petrone: grazie ai donatori potremo sviluppare il progetto

SALERNO - Le api sono tornate a popolare l’arnia didattica installata nei viali del “Giardino della Minerva”. Devastato nei mesi scorsi dall’attacco di una tipologia particolarmente aggressiva di vespe (le orientalis), il primo alveare era stato distrutto e la regina uccisa; ma grazie alla caparbietà dell’ideatrice del progetto, Sara Petrone , e al sostegno di tantissimi salernitani che hanno contribuito all’iniziativa, le api possono ritornare.

L’arnia urbana è stata acquistata per scopi didattici e produrrà miele che verrà venduto nello shop del “Giardino”. Si tratta di un brevetto realizzato da una start up interamente italiana di successo anche all’estero dal nome “Beeing”. Per consentire alle api di poter trovare un habitat adeguato, come spiga l’ex consigliera comunale, «abbiamo rinnovato l’arnia urbana che avevamo acquistato con la raccolta fondi gestita da Fondazione Comunità Salernitana onlus sanificandola, adattandola alle esigenze emerse e dandole un’estetica più “mimetica” (grazie al lavoro fatto dall’apicoltore Gianluca Mucciolo), abbiamo fatto allevare una nuova regina e una nuova famiglia a Castel San Lorenzo a la Corte apicoltura, abbiamo coinvolto enti e realtà e realizzato un incontro per il monitoraggio della vespa orientalis nel centro storico, abbiamo realizzato trappole per le vespe orientalis in prossimità dell’arnia, dato una nuova localizzazione all’arnia nel Giardino della Minerva ed effettuato il trasferimento della nuova famiglia all’interno del Giardino».

Con il contributo dei donatori, quindi, sarà possibile la gestione delle api, garantire la manutenzione dell’arnia nel tempo ma anche ampliare ulteriormente il progetto e offrire a gruppi di studenti la possibilità di effettuare gite didattiche al Giardino della Minerva. «Le nostre api ora non possono fare altro che scorrazzare e sollazzarsi tra tanto “ben di Dio” e a noi spetta soltanto il compito di farle crescere, curarle e proteggerle», afferma la Petrone. Le “vespe orientalis” sono particolarmente temute perché uccidono le api e prelevano loro la muscolatura alare da cui producono sorta di pappa con la quale alimentano la loro prole.

(e.t.)