Stop alla pesca del novellame sotto costa con i pescherecci

Esposto alla Procura della Repubblica del consigliere regionale Barbirotti. Chiesti controlli a Capitaneria di Porto, Finanza, Forestale e Vigili urbani anche nel mercato ittico e nei ristoranti

«È necessaria una maggiore vigilanza per tutelare l’ecosistema del nostro mare. Ignorando leggi e regolamenti che stabiliscono che la pesca a strascico può essere effettuata nel mare antistante le nostre coste a non meno di un miglio e otto dalla riva e ad una profondità minima di 50 metri, molti pescherecci, condotti da pescatori poco onesti e senza scupoli, arano il fondo a brevissima distanza dalla riva, alla ricerca del novellame. I danni causati dalla pesca illegale sono enormi. Il fondale, un tempo ricco di praterie di posidonia e di pesci che la popolavano, è stato ridotto ad un deserto».

È quanto sostiene il consigliere regionale Dario Barbirotti in un esposto inviato alla Procura della Repubblica e ai comandanti di Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Forestale e Polizia municipale. «La pesca a strascico sotto costa, tendente a catturare il novellame, la cui pesca è assolutamente vietata, non può e non deve più essere tollerata. Va potenziata l’attività di controllo da parte degli organi preposti», che invita Capitaneria, Finanza e Forestale a misurare sia da terra che da mare la distanza dei pescherecci dalla costa ed intervenire rapidamente e i vigili urbani ad effettuare «severi e costanti controlli anche nel mercato ittico, nelle pescherie e nei ristoranti, ove senza eccessivi scrupoli viene venduto il novellame pescato, agendo anche in questi casi con sanzioni pesanti».