Stir chiuso, rifiuti organici a Sardone 

Ordinanza del presidente della Provincia per lo stoccaggio di duemila tonnellate. Ma al Comune non è ancora arrivata

Camion in fila per 3 giorni davanti allo Stir: Giuseppe Canfora ordina di portare più di 2mila tonnellate d'organico a Sardone. Battipaglia si salva grazie alle proteste dei cittadini. Lo Stir è fermo, ma ancora una volta a Palazzo di Città non arriva la comunicazione. Il premier Gentiloni, il ministro Galletti, il governatore De Luca, il prefetto Malfi e il sindaco di Giffoni Valle Piana Giuliano: sono i destinatari dell’ordinanza del presidente della Provincia Canfora, che venerdì ha disposto lo stoccaggio nel sito giffonese di Sardone, gestito dalla Ges.Co Ambiente, di almeno 2mila tonnellate di rifiuti urbani non compostati, in gran parte organico, prodotti a Battipaglia.
Con la stessa ordinanza, Palazzo Sant'Agostino prende atto del fermo della struttura battipagliese: l'impianto di trattamento meccanico biologico (tmb), il cosiddetto stir, è pieno fino all'orlo. Tutto fermo a via Bosco II, ma al Comune di Battipaglia nessuno lo sa. Canfora, però, tiene conto dei battipagliesi. «S'è proceduto a una verifica d'ufficio - fa sapere Canfora - per individuare un sito idoneo per lo stoccaggio temporaneo, ad esclusione di Battipaglia, per le recenti tensioni sociali dovute proprio alla presenza di un gran numero di impianti di rifiuti».
Ogni cosa trae origine dal ermovalorizzatore di Acerra, che è rimastio bloccato dal 27 luglio al 4 settembre scorso, ma che « dal 5 settembre ha ripreso a funzionare a pieno regime - come puntualizza una nota dell’ufficio stampa A2a - e che anche durante il periodo di manutenzione ha sempre garantito la ricezsione di un flusso di frazione secacca prodotta dagli Stir per scongirarne il fermo». Canfora, però, ordinò l'8 agosto lo stoccaggio provvisorio di 3mila tonnellate di secco indifferenziato, già tritovagliato, in un capannone dello Stir per la raffinazione dell'organico. Dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, infatti, vien fuori pure dell'umido che non viene trasformato in fertilizzante e finisce in discarica. Per quel pattume, fino a giugno, EcoAmbiente, società provinciale che gestisce lo Stir, s’affidava alla milanese “Enki”, che poi, finita nel lungo elenco dei creditori, ha sospeso il servizio.
E Canfora s'era rivolto a Caserta, che prima aveva autorizzato di portare 2mila tonnellate (e lo Stir le produce in due settimane) alla discarica Maruzzella 3 di San Tammaro e poi altre mille. Il fermo impianto lo preannuncia il responsabile dello stir, Vincenzo Apicella, il 12 settembre. E il 15 scrive una nota, spiegando che «la problematica è derivata dalla mancata evacuazione della frazione umida» che andrebbe stoccata, per non più di mille tonnellate, proprio in quel capannone occupato dalle ecoballe di secco.
E ora, per almeno un mese, ma «non oltre i 60 giorni», la frazione biostabilizzata sarà portata a Giffoni. Alla Ges.Co, Canfora ordina di «realizzare una chiusura perimetrale da almeno 3 metri sui lati aperti, predisporre una copertura col telone in plastica, limitare a 3 metri l'altezza del cumulo del rifiuto, rivedere gli impianti antincendio e nebulizzatori, assicurare il carico e lo scarico con tanto di registro e vigilare». EcoAmbiente, invece, dovrà portare il secco ad Acerra e «entro 15 giorni dovrà concludere le procedure per l'individuazione d'un contraente per il prelievo, il trasporto e il conferimento del rifiuto urbano non compostato».
Carmine Landi
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