«Stato di calamità per 11 regioni» 

Il ministro Martina in audizione alla Camera per monitorare l’emergenza idrica 

ROMA. «La gravità della situazione in Italia legata alla siccità è dimostrata dai numeri: siamo davanti ad una delle situazioni più severe degli ultimi dieci anni». Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, in un’audizione alla Camera, in commissione Ambiente, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla. «Le precipitazioni sono state complessivamente inferiori alla media climatologica del 6 per cento circa e tale fenomeno ha riguardato soprattutto il settore centro-occidentale del nord, l’Italia centrale e le isole maggiori. Nei primi mesi del 2017 – ha aggiunto – le temperature sopra la media di 3,2 gradi associate a una forte riduzione delle precipitazioni hanno prodotto gravi danni alle colture e agli allevamenti». Tutto questo ha causato «secondo le elaborazioni una riduzione del 40-50 per cento delle produzioni di cereali e una consistente riduzione della produzione di latte nazionale». Per questo Martina ha annunciato che «il ministero delle politiche agricole sta monitorando, insieme al ministero dell’Ambiente, l’evoluzione della situazione territorio per territorio. La scorsa settimana abbiamo convocato una riunione tecnica specifica per l’analisi delle esigenze regionali. Al momento sono 11 le regioni che si apprestano a richiedere lo stato di calamità a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche (Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e Provincia autonoma di Trento). Siamo pronti a rispondere con tempestività, assicurando l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale, che voglio ricordare attiva la sospensione dei mutui e il pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali a carico delle imprese agricole danneggiate. Con il decreto Mezzogiorno approvato ieri abbiamo esteso l’operatività del Fondo di solidarietà anche alle aziende colpite che avrebbero potuto sottoscrivere assicurazioni ma non l’hanno fatto, proprio tenendo conto dell’eccezionalità del fenomeno siccitoso».
L’ondata di caldo portata dall’anticiclone Lucifero ha investito tutto il Paese. Ma alcune regioni sembrano particolarmente colpite. Come il Friuli Venezia Giulia, dove la colonnina virtuale di mercurio è salita soprattutto ad Aviano (44), Udine (43) e Trieste (41). In Veneto, sono Treviso, Verona e Padova ad attestarsi sui 42 gradi percepiti, la stessa soglia raggiunta in Emilia Romagna da Forlì, Parma e Cervia. In Lazio è bollente Guidonia, alle porte di Roma, con 48 gradi percepiti; ma bruciano anche Latina e Frosinone (44). Mentre in Campania, si boccheggia anche a Grazzanise (49) e Palinuro (42). Non si salva nemmeno la Puglia: a Santa Maria di Leuca, nel Salento, la sensazione di caldo è di 43 gradi,44 a Brindisi, 42 a Marina di Ginosa e Galatina. Tra le città sopra i 40 gradi percepiti, anche Bolzano (42), Pescara e Catania (41). Oggi Lucifero colpirà Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. In Sardegna sono sette le località in cui il caldo percepito è pari o va oltre i 40 gradi: tra le più note Alghero (42 gradi) e Olbia (40), ma le temperature più alte dopo Capo San Lorenzo, si registrano a Capo carbonara (45) e Capo Frasca (44). Si soffre anche sulle isole minori: a Pantelleria si percepiscono 45 gradi, a Capri 44, a Ustica 43. E si boccheggia anche nelle città d’arte e nelle metropoli: 44 i gradi avvertiti a Bologna , 43 a Firenze, 42 a Venezia, 41 a Roma e Palermo, 40 a Milano.