Stalking e botte, a processo 

Comparirà in aula il 46enne che minacciò moglie e figlia con un coltello

Risponde di stalking e lesioni nei confronti della moglie e di porto in luogo pubblico di arma bianca, il quarantaseienne sarnese atteso dal processo: la vicenda si è consumata fino al 15 febbraio del 2016, con l’episodio dell’aggressione armata, poi chiusa da un referto medico con la prognosi di tre giorni, accaduto il 13 febbraio. In particolare, l’uomo colpì la sua compagna, secondo quando contestato dall’accusa, con un coltello a serramanico, al culmine di una situazione familiare dura, costellata di offese, intimidazioni, botte, minacce e molestie portate avanti con abitudine e costanza.
L’uomo venne così sottoposto a divieto di avvicinamento su ordine del Gip, in accoglimento della richiesta della Procura, dopo le denunce presentate. In particolare l’imputato aggredì in primis la figlia e il suo compagno, raggiunti nell’esercizio commerciale da lei gestito in città, e poi, una volta allontanatosi dopo una prima fase dei fatti contestati, si mise in strada alla ricerca della moglie. Quando la vide, la individuò come sua vittima e le si scagliò contro, impugnando il coltello in questione, provocandole ferite al corpo e tre giorni di prognosi refertati dall’ospedale di Sarno. Subito dopo arrivarono le prime chiamate di emergenza ai carabinieri segnalando l’episodio, con la donna finita vittima del marito a riferire parola per parola ogni dettaglio della vicenda violenta. «Se non mi proteggete, se non mi mettete in condizione di stare tranquilla, io denuncio anche i responsabili che non prenderanno provvedimenti contro mio marito», spiegò lei, preoccupata e terrorizzata della scena di violenza portata avanti pubblicamente dall’uomo.
Lo stesso aveva prima preso di mira la figlia con il suo fidanzato, qui non individuati come vittime né costituitesi parte civile, e poi la moglie, a sua volta però arrivata a qualificarsi come denunciante, prima, e poi come parte offesa nell’attuale processo in via di incardinamento. «Ci ha minacciato, a me e a mia figlia, per impedirci di andare avanti nella costituzione e nell’azione processuale contro di lui, appena qualche giorno prima dell’udienza fissata dove avremmo dovuto confermare la denuncia», spiegò ancora la donna, presa da uno stato di tensione e choc, appena dopo l’ennesimo fatto violento registrato contro di lei.
Dopo l’emissione del provvedimento cautelare da parte dell’ufficio Gip, con l’attivazione della Procura e degli inquirenti per rispondere alla sua condizione di pericolo, l’iter giudiziario è arrivato alle soglie del dibattimento, con il processo alla fase iniziale. Il reo risponde di stalking, porto in luogo pubblico di arma e lesioni nei confronti della moglie.
Alfonso T. Guerritore
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